In una nota ufficiale del Partito Democratico, viene sollevata una dura contestazione contro l’accordo sulla mobilità sanitaria pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 32 del 24 novembre 2025, firmato dai presidenti della Calabria e dell’Emilia-Romagna.

Secondo il PD, dietro la presentazione pubblica dell’intesa come un “patto antifuga” o una misura per controllare i flussi sanitari, si cela in realtà una stretta senza precedenti alla possibilità dei calabresi di curarsi fuori regione.

L’accordo introduce infatti pesanti limitazioni all’accesso dei pazienti calabresi alle strutture emiliano-romagnole: restano consentite soltanto chemioterapia, radioterapia, medicina nucleare e dialisi. Per tutte le altre prestazioni ordinarie, l’accesso verrà bloccato, anche nei casi in cui la Calabria non è in grado di garantire cure adeguate.

Il PD denuncia inoltre la chiusura totale delle collaborazioni professionali tra i medici delle due regioni: i sanitari emiliani non potranno più operare o visitare in Calabria e i medici calabresi non potranno più svolgere attività intramoenia o extramoenia in Emilia-Romagna. Una misura che, secondo i democratici, penalizza ulteriormente i pazienti.

La nota del Partito Democratico parla esplicitamente di una violazione degli articoli 32 e 3 della Costituzione, evidenziando una discriminazione basata sulla residenza e una limitazione del diritto fondamentale alla salute.

Grave, secondo il PD, anche il tempismo politico: l’accordo è stato pubblicato il 25 novembre, il giorno successivo alla proclamazione dei nuovi eletti regionali, “per evitare che i cittadini scoprissero in tempo una decisione così pesante”.

Per i democratici, questa intesa rappresenta un esempio di autonomia differenziata applicata ai danni dei più deboli, con il rischio di creare “cittadini di serie A e cittadini di serie B”.

La posizione del PD è netta: l’accordo va rivisto perché mina diritti fondamentali e scarica sulle persone malate il costo delle inefficienze del sistema sanitario regionale.

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