Il ministro Grillo pensa, seriamente, di far intervenire la protezione civile in Kalabria per costruire degli ospedali da campo al fine garantire i livelli minimi di assistenza. All’Afghanistan, al Mali, alla Siria, e alle altre zone di guerra del pianeta, si aggiunge, nell’immaginario collettivo della Nazione, la Kalabria, dove c’è necessita che la protezione civile intervenga per occuparsi della salute dei cittadini. Ho già detto cosa penso della sanità di Locri, di Polistena e kalabrese in generale, ma giova ripeterlo a beneficio dei distratti: La sanità in Kalabria è qualcosa che, pur essendo ancora viva, puzza di cadavere. Un corpo abusato da chiunque ne abbia avuto voglia: chi lucrando sugli appalti, chi portando via farmaci o generi alimentari destinati ai pazienti, chi auto-attribuendosi incarichi, consulenze e prebende, chi accettando incarichi pur non avendo le competenze richieste. Concussione e corruzione la fanno da padroni. Centinaia di milioni di euro non rendicontati, distribuiti a simpatia, nella migliore delle ipotesi. Sono convinto che Gino Strada, con un decimo dei milioni sprecati in Calabria, metterebbe su una sanità da fare invidia alla Svizzera, e risparmierebbe anche qualcosa per curare i bambini che, nei Pesi in guerra, saltano davvero sulle mine. La ministra Grillo, parla di decreti e consigli dei ministri, per tentare di aiutare la sanità Kalabra e, contestualmente, lancia un accorato appello ai professionisti calabresi che lavorano fuori dalla Kalabria. Li prega di pensare a un ritorno, anche temporaneo, nella loro terra, per aiutare a risollevare le sorti della sanità. Ho ascoltato con pazienza, e attenzione, quanto detto dalla Ministra nella conferenza stampa avvenuta in prefettura a Reggio Calabria. Ho apprezzato quanto detto dalla Ministra, ma avrei apprezzato di più, se la Ministra avesse detto: “prima di tutto faremo un decreto per costituire una task force di forze di polizia, esperti in finanza e contabilità, al solo scopo di scoprire i responsabili delle rapine avvenute nella sanità calabrese negli ultimi anni. Manderemo un corpo speciale di investigatori per scovare e punire, severamente, i responsabili di corruzione, concussione che si sono nascosti e si nascondono nelle pubbliche amministrazioni della Kalabria”. Signora Ministra, solo dopo aver assicurato questo, avrebbe potuto chiedere il ritorno in Calabria delle migliaia di medici emigrati non solo in Italia, ma nel mondo intero. Solo dopo aver scovato e punito, ripeto, severamente, con anni di galera, interdizione dai pubblici uffici e sequestro di beni, gli assassini della sanità calabrese, avrebbe potuto chiedere aiuto a chi è andato via, spesso scacciato dallo stesso Male Oscuro che ha avvelenato, e continua ad avvelenare, tutti i settori della vita civile della Regione, non solo la sanità. Non è vero che ognuno ha ciò che si merita. I Calabresi non meritano di avere amministratori pubblici che lucrano sulle loro spalle. Non meritano di avere amministratori pubblici che danno più importanza a un calciatore, che a un morto ammazzato di mafia. I calabresi onesti onesti sono tantissimi, e da anni aspettano un segnale forte da parte di uno Stato, che il più delle volte è apparso complice del malcostume e delle ruberie. Un segnale forte che si chiama giustizia, signora Ministra, che pieghi, con pene esemplari, il male oscuro, che pieghi i malfattori nascosti nella pubblica amministrazione e non solo i mafiosi, poi si potrà parlare del resto.

Pristina 08/03/2019

Vincenzo Carrozza