È la fine di un’epoca. Francesco Giampaolo, presidente dell’ASD San Luca, lascia il timone del club per motivi personali, mettendo il punto a una delle più sorprendenti storie calcistiche della Calabria recente.

Giampaolo aveva assunto la guida della società nel 2017, trasformandola in poco tempo in un simbolo sportivo e identitario per l’intera comunità. Partito dalla Promozione, il San Luca ha compiuto un’incredibile scalata fino alla Serie D, sfiorando persino la Serie C. Un traguardo impensabile per un piccolo centro di tremila anime, raggiunto grazie a una gestione appassionata, visionaria e spesso definita “folle” dallo stesso presidente.

Il progetto era nato con entusiasmo anche istituzionale: l’inaugurazione del rinnovato Stadio Corrado Alvaro il 21 aprile 2017 – finanziato con 946mila euro dal Governo – rappresentò il punto di partenza di un sogno. Lo stadio fu definito allora “un gioiellino”. Ma quel gioiello si è spento presto.

Negli ultimi anni, il club ha dovuto affrontare una serie di difficoltà: prima la pandemia, poi l’ingresso in società di figure esterne al territorio, che hanno segnato un’inversione di rotta. Nel 2023 è esploso il primo scandalo ambientale, con gli scarichi dello stadio finiti nella fiumara vicina. Nel 2024 la situazione si è aggravata: l’impianto è stato dichiarato non agibile per eventi pubblici, costringendo la squadra a giocare altrove – una condizione che ha inciso pesantemente sul morale e sulle performance sportive.

Le dimissioni di Giampaolo sono dunque il simbolo della fine di una favola, ma aprono anche a nuovi scenari. Circolano voci sempre più insistenti su un possibile trasferimento del titolo sportivo a Roccella Jonica, dove il San Luca ha già disputato alcune gare nelle scorse settimane.

La favola del San Luca si chiude, almeno per ora. Ma resta il segno profondo lasciato da un progetto che, pur tra mille difficoltà, ha dimostrato che anche un piccolo paese può sognare – e per un po’ – diventare grande.

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