Una domenica invernale solo nel calendario, un pomeriggio nella Calabria meridionale, nell’area metropolitana di Reggio Calabria, una temperatura piacevole di 16 -17 C° , risalendo nell’entroterra di S.Ilario dello Jonio, in un entroterra con dei paesaggi mozzafiato, naturalisticamente apprezzabili, poca gente per le strade , sia per la bassa densità demografica della zona , sia per il mostro Covid che preoccupa ancora e non induce la gente a riempire piazze, bar e locali. Oltrepassiamo S.ILARIO centro, appena dopo qualche chilometro ci troviamo la frazione di Condojanni, frazione che attualmente e’ popolata da un ottantina di persone. La nostra visita non passa inosservata, qualche anziana ci spia dietro la tenda in maniera affettuosa che una volta sgamata da noi ci saluta affettuosamente e dopo aver saputo che siamo giunti a visitare il castello, ci saluta e ci indica molto decisa la stradina che costeggia la chiesa di S.Antonio Abate che si presenta in un irta salita, ci condurrà alla fortezza del borgo. Ammiriamo bei paesaggi, qualche anziano che si pulisce il marciapiede di casa, qualche gatto ci insegue quasi in maniera mansueta, quasi familiare. In cima alla salita, troviamo un conglomerato di case , qualcuna ristrutturata e tenuta molto bene , altre invece abbandonate , pericolanti che fanno la coreografia al castello medievale di Condojanni, che da qualche anno , sta subendo un opera di restauro e ristrutturazione seria che pare che stia per essere completata, troviamo ancora attrezzi da lavoro e ci premuniamo di fotografare e reportariare in massima sicurezza. Probabilmente fatto eregere da Re Ruggero II il Normanno, al pari di quello della graziosa Stilo, è collocato in cima ad un altura rocciosa , da dove impera sovrastando e controllando l’estesa valle sottostante. Nel passaggio degli Svevi, lo stesso fu ampliato, venne aggiunta la torre quadrata, “candidandosi” da vera fortezza difensiva, divenendo di fatto il cuore pulsante di Condojanni. Il borgo è una frazione di S.Ilario dello Jonio, in passato questa fortezza fu dimora delle dinastie più influenti in Calabria, tra cui i Ruffo, i Marullo e i Carafa di Roccella J. Luogo che ci affascina nella sua imponenza e nell’irreale silenzio, scorgendo un occhiata nel piano terra si può intuire che diversi erano gli ambienti un tempo, mentre nella torre quadrata alta una trentina di metri, si può intuire la suddivisione in quattro piani. Il castello subì un periodo di abbandono appena dopo la dimora dei Carafa ed il terremoto che devastò il paesino, non risparmiò il castello, distruggendo la maggior parte dello stesso, ma rimasero in condizioni apprezzabili la torre quadrata angolare e parte delle mura di cinta. In finale , c’è solo da riflettere su le immense ricchezze di questa terra incredibile, che in tutti suoi angoli più nascosti e a volte irraggiungibili a stento si nascondono tesori storici artistici e architetture ,che se restaurate seriamente come sembra a Condojanni, pian pianino ci potranno restituire l’antica e insperata lucentezza storica di un tempo.
Gianpiero Taverniti