Intorno alle 14,00 di oggi riceviamo una telefonata da un lettore che si dichiara “indignato” per quanto accaduto ieri alla stazione di Rosarno. Lui si chiama Federico ed e’ un signore di Locri. Ci racconta una storia fatta di negligenze e di menefreghismo. Nulla di particolare per noi calabresi, un nuovo episodio che dovrebbe far riflettere chi ha deciso di sopprimere le corse dei treni sulla linea ferrata Jonica ma anche chi attualmente gestisce il servizio di autolinee tra la locride e la stazione di Rosarno. In base a quanto riferitoci dal signor Federico, il treno che ieri mattina proveniva da Roma con fermata a Rosarno, ha accumulato 50 minuti di ritardo sulla tabella di marcia (arrivo previsto 7,30 circa -arrivo effettivo 8,10 circa). L’autista dell’autobus di linea che solitamente attende l’arrivo dei passeggeri fino alle 8,00 ( fino a 30 minuti di tolleranza) ieri mattina (inspiegabilmente ?) non l’ha fatto è quindi, col pullman semivuoto, ha deciso di partire lo stesso dalla stazione di Rosarno lasciando appiedati i viaggiatori ( imbufaliti ) rimasti per ore a Rosarno in attesa di un altro mezzo di trasporto pubblico o magari l’arrivo di qualche parente che nel frattempo era stato avvisato telefonicamente dal suo congiunto. Non ci sono commenti da fare se non indignarsi per l’accaduto e sperare che magari l’azienda di trasporto interessata redarguisca il suo dipendente che, per non sopportare il “disagio individuale” di dover aspettare 10 minuti in piu’ (l’arrivo del treno dovrebbe essere propedeutico alla partenza dell’autobus) ha generato per converso un grave “disagio collettivo” ed un ulteriore aggravio di spese a decine di persone e famiglie che pure pagano le tasse ed avrebbero il diritto alla libera circolazione ed alla mobilita’. Un diritto garantito dalla Costituzione al quale dovrebbe corrispondere un “dovere”. Ma in Calabria i doveri vengono spesso accantonati anche quando basterebbe un pizzico di buonsenso per risolvere tutti i problemi.
Antonio Tassone