La rassegna de “I Caffè artistico- letterari 2015”, organizzati dal Circolo di Lettura dell’A. R. A. S. e dal Comune di Roccella Jonica, ha posto al centro della sua ultima brillante serata la presentazione del libro di Giuseppe Caridi: “Carlo III. Un grande re riformatore a Napoli e in Spagna”. 398 pagine in cui il docente di Storia moderna segue le vicende biografiche del Sovrano borbonico. Appare quasi una figura “umanizzata” del diciottenne Carlo III, insediatosi nel 1734 sul trono di Napoli e considerato da Caridi “il miglior sovrano della dinastia dei Borbone”. A lui, infatti, vengono ascritti i meriti di aver dato il via agli scavi di Ercolano e Pompei e la costruzione del teatro San Carlo a Napoli. Ma non solo. Carlo III incentivò le attività artigianali ed artistiche con la fabbrica di porcellane di Capodimonte, mentre al Vanvitelli affidò la costruzione della splendida Reggia di Caserta. Eliminò i privilegi che bloccavano i commerci con le colonie, promosse una più equa distribuzione della proprietà fondiaria, incentivò l’agricoltura e limitando il potere dei pastori transumanti, favorì la colonizzazione delle terre disabitate e incolte. Un Re cattolico, quindi, che riteneva la corretta amministrazione un dovere non solo morale ma anche religioso. Infatti, non esitò ad abolire i privilegi della nobiltà e del clero, a limitare i poteri del Sant’uffizio e ad emanciparsi dalla tutela del Papato. Non solo  importanti dettagli sulla vita politica del re borbone, il prof. Giuseppe Caridi nel libro tratteggia anche alcuni degli aspetti più veri della sfera privata del re, come il rammarico provato per il comportamento del figlio Ferdinando IV che non smise mai di essere eccessivamente incline alle volgarità, poco dedito agli studi e alle cure del governo. Insomma, un libro che come in un film racconta minuziosamente i dettagli del tempo di Carlo III di Borbone.
ALESSANDRA BEVILACQUA
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