Si dice che non si riesce mai a cogliere  tutti gli aspetti del  carattere di una persona, soprattutto  di quelle che pensi di conoscere bene. È questo quello che hanno pensato ieri sera al convento dei minimi di Roccella Jonica i tantissimi amici di Francesco Mazzaferro, che       hanno voluto assieme alla  famiglia ricordarlo nelle sue poesie.  Chi lo ricordava in giro per la sua città  a commentare i fatti politici locali o nazionali o semplicemente nel maestro che anche ha distanza di anni i suoi alunni incontravano con affetto, ha scoperto un animo di profonda poesia. Nella prefazione del libro chiji tempi chi non ci su’ cchjiù edito da Pancallo editore, curata dall’esperta in dialettologia roccellese Maria Carmela Ferrigno, si è ripercorso  questo aspetto , di un uomo che pur essendo sempre presente nella vita sociale della sua città  era  riservato lasciando ad un foglio ed una penna i canti della sua anima. Nel libro che la famiglia ha voluto pubblicare, per ricordare l’uno perché la sua poesia era un tutt’uno con la sua vita gli affetti familiari, i suoi ricordi  il suo paese , e soprattutto l’aspetto più amato odiato da tutti la sua satira politica perché solo un uomo di grande cultura sa affondare senza offendere. Un vero poeta l’ha definito Giovanni Pittari che ha relazionato sul libro che studiava rime e metriche,  ma aggiungeremmo un uomo che con un sorriso tra il laconico e l’ironico, ben descritto nella copertina del libro, guardava oltre il presente un uomo i chiji tempi chi non ci su’ cchjiù.

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