Molti furono i tentativi a Roccella per formare un gruppo scout.

Il primo fù quello dell’insegnante Franco Francesco che nel lontano 1954,insieme ad altri suoi coetanei iniziò a fare delle escursioni sistematiche nei dintorni di Roccella. Proprio in occasione di una di queste escursioni venne scoperta nell’antico castello dei Carafa una stanza  sotterranea. Restano all’oscuro le cause per cuil’iniziativa  non continuò.

Nell’anni ’60, più o meno 62- 63, all’insegnante Franco Ursino è balenata nuovamente l’idea dello scoutismo; lo stesso era allora presidente della locale Azione Cattolica. A quel tempo la Diocesi di Locri aveva indetto una gara diocesana e l’Ursino  promise ai suoi giovani aspiranti una divisa scout se questi avessero vinto la gara religiosa. La gara si fece e dopo qualche mese arrivò la notizia che la GIAC San Vittorio era arrivata prima nella competizione diocesana. Grande è stata la gioia dei giovani entusiasti di poter indossare la divisa scout come già avveniva nei paesi vicini di Siderno e di Marina di Gioiosa. I giorni passavano e l’ansia aumentava, i ragazzi erano sicuri della premiazione, ma per motivi sconosciuti e mai spiegati , venne assegnata ad altra sede.

Un altro tentativo fu quello dei due giovani De Angelis Luigi e Del Duca Giuseppe , che staccandosi dalla GIAC, si unirono ad altri giovani per formare un gruppo scout. Tra i più grandi c’erano Varano Vincenzo e Filocamo Vincenzo, a quest’ultimo veniva affidato l’incarico di guidare i giovani. Il gruppo continuò per qualche mese ma, per opinioni contrastanti e soprattutto per le critiche esterne dovute alla poca conoscenza del movimento, si sfasciò.

Si arriva così al momento fortunato, a Roccella l’idea degli scouts aveva preso piede, ma era necessario trovare persone convinte e dinamiche.

Ci prova Alfredo Ursino che con Vittorio Bova, lasciarono l’Associazione Cattolica, cercarono di affrontare il problema riunendo attorno a loro alcuni amici. Alfredo mette a disposizione un locale, di proprietà della nonna, per le riunioni; si prendono contatti con il capo reparto di Marina di Gioiosa Lanfranco Argirò con il quale ci sono i primi incontri a volte a Gioiosa a volte a Roccella.

I primi coraggiosi, ma convinti, furono: Alfredo Ursino, Vittorio Bova, Salvatore Frascà, Raffaele Murdolo, Pietro Bova, Enrico Capozzoli e Sergio De Paola. La loro età variava da 13 a 15 anni. L’intuito geniale di questi ragazzi è stato quello di avvicinare l’allora parroco della chiesa di San Vittorio, Don Simone Molinero, piemontese doc, il quale con grande gioia e paterna amicizia ha accolto i sette giovani riconoscendo in loro tanto coraggio, ma bisognosi di consigli e di incoraggiamento. In tutto questo Don Molinero non si é risparmiato, anzi è stato un punto di riferimento per tutti i ragazzi, li ha aiutati a superare tutti gli ostacoli compresi quelli economici. Egli era orgoglioso e si vantava dei giovani che si trovava e voleva attorno a lui. E’ stato per tutti un consigliere instancabile e un esemplare maestro di vita.

Data l’età dei sette ragazzi, era necessario che ci fosse una persona più grande che li guidasse secondo le regole degli scouts. Allora è stato chiamato Santo Tripodi, di alcuni anni più grande di loro, a cui è stato affidato l’incarico di Capo Reparto. A questo punto, secondo le norme direttive, i giovani avevano il loro Assistente Ecclesiastico, il loro Capo Reparto, ma era necessario far conoscere alle istituzioni, civili, militari ed associative la costituzione di un Gruppo Scouts a Roccella Jonica.

Fatte le necessarie comunicazioni dall’Assistente e dal Capo Reparto a chi di dovere, i sette ragazzi più il Capo Reparto, indossano la divisa e fanno la loro prima apparizione ufficiale in occasione della festa del Santo Rosario la prima domenica di ottobre.  Correva l’anno 1965.

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