Produrre energia sfruttando il moto ondoso del mare. È un progetto d’ingegneria fra i più innovativi al mondo, con eccezionali ricadute sull’ambiente, che sarà realizzato nel Porto delle Grazie di Roccella Ionica, nell’area metropolitana di Reggio Calabria, uno dei sei comuni della fascia ionica calabrese insignito della bandiera blu (la settima sventola sul Tirreno, a Praia a Mare). L’unico porto tra Sicilia e Calabria ad aggiudicarsi quest’anno la bandiera blu destinata agli approdi turistici, e che ora si misura con le più avanzate tecnologie esistenti nel campo dell’innovazione marittima ed energetica.

Si chiama Rewec3 (Resonant Wave Energy Converter) ed è la nuova frontiera delle energie rinnovabili. Brevettato dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria, è il frutto del lavoro di un appassionato cacciatore di onde che ha condotto per anni esperimenti sugli spettri direzionali e sulle forze del moto ondoso, per arrivare infine a immaginare un meccanismo capace di generare energia elettrica dal mare. L’ingegnere Paolo Boccotti ha progettato l’installazione di particolari cassoni in cemento in aderenza alla diga foranea del porto. All’interno, una turbina che si aziona con il movimento del mare: il meccanismo di compressione e decompressione dell’aria produce energia.

Le indagini (modellazioni fisiche e matematiche) sono state eseguite presso il laboratorio Natural Ocean Engineering Laboratory (Noel), diretto dal professore dell’Università Mediterranea Felice Arena, in collaborazione con il responsabile dell’area infrastrutture del Comune di Roccella Ionica, l’ingegnere Lorenzo Surace. Un’idea che è valsa al porto delle Grazie il premio nazionale di Legambiente come «migliore e più innovativo progetto ed esperienza in ambito di sostenibilità ambientale».

La produzione di energia elettrica dal moto del mare nel Porto delle Grazie di Roccella Jonica sarà la prima implementazione concreta e completa a livello mondiale di un progetto mai applicato nei porti turistici, in uso solo in alcuni porti commerciali di Olanda e Giappone. «Rewec3 potrebbe cambiare lo sviluppo degli approdi turistici perché le dighe foranee, grazie alla presenza degli speciali cassoni, diventerebbero strutture attive capaci di produrre energia, alimentando la rete elettrica dei porti», spiega il professor Arena. La sperimentazione è appena partita nel porto di Civitavecchia («con risultati straordinariamente positivi»), ma la sua applicazione definitiva avverrà in quello calabrese.

Ora si attende l’esito del bando regionale per un finanziamento di 5 milioni di euro. Indicata per la fine del 2018 la realizzazione dell’opera, che comporta un ampio sviluppo dell’area portuale e di tutto il territorio, a partire da una banchina di 70 metri per l’attracco di navi che sfrutterà proprio l’installazione dei cassoni. In più la riqualificazione e l’adeguamento complessivo dei servizi portuali per la creazione di un hub turistico. La terza fase del progetto prevede, infine, la creazione di un polo ambientale che ospiterà un centro di recupero delle tartarughe marine, la sede di Legambiente e quella del Gruppo di Azione Costiera.

«Il Porto delle Grazie si avvia a diventare un polo d’avanguardia e un laboratorio di sviluppo che, partendo dal territorio più depresso del Paese, ha il coraggio e l’ambizione di misurarsi con le migliori esperienze nazionali ed internazionali», dichiara Giorgio Sotira, amministratore unico della Porto delle Grazie, il cui 71% è detenuto dal Comune di Roccella Ionica. Con 450 posti barca, rappresenta il 50% della capienza dei porti turistici dell’area metropolitana di Reggio Calabria.

fonte: Donata Marrazzo tratto da http://mobile.ilsole24ore.com/