A Riace, tra sport e accoglienza, va in scena un messaggio di umanità. Claudio Ranieri, ex allenatore della Roma e oggi senior advisor del club giallorosso, ha abbracciato idealmente (e non solo) Mimmo Lucano durante i giochi antirazzisti organizzati nel borgo simbolo dell’integrazione.

«Da una parte c’è la disperazione di chi mette i propri figli su barconi sperando in una vita migliore, dall’altra l’amore di Mimmo Lucano, che ha dato loro ciò che conta di più: la speranza», ha dichiarato Ranieri davanti a una platea commossa.

Conosciuta bene per i suoi trascorsi da calciatore del Catanzaro e allenatore della Vigor Lamezia, la Calabria per Ranieri resta «una terra generosa, che ha tanto da offrire a chi fugge dalla guerra e dalla fame». E ha lanciato un auspicio: «Spero che la legge proposta da Lucano al Parlamento Europeo, per ripopolare i borghi attraverso l’accoglienza, venga approvata. L’Italia ha conosciuto l’emigrazione, sappiamo cosa significa partire per sopravvivere. È ora di restituire quella solidarietà».

L’evento, pensato per usare lo sport come strumento di integrazione e contrasto al razzismo, ha visto anche la partecipazione del presidente degli allenatori italiani, Renzo Ulivieri: «Oggi più che mai serve allenare la speranza. Lucano ha fatto qualcosa di eccezionale: mentre altri parlano di deportazioni in Albania, lui immagina un campo di calcio per i bambini migranti. È da lì che può ripartire il senso umano delle cose».

Nel corso dell’incontro, lo stesso Lucano — oggi europarlamentare — ha ribadito il suo impegno a Bruxelles: «Il modello Riace può e deve diventare un modello europeo. I borghi spopolati possono rinascere grazie all’accoglienza. La proposta del governo italiano di esternalizzare l’asilo in Albania è invece una scelta disumana».

Un dibattito acceso, ma carico di visione e speranza. Tra il campo sportivo e le strade di Riace, una certezza sembra resistere: l’integrazione non è utopia, è una scelta politica e umana, possibile.

telemia