Giorni di festa a Riace, dove dal 25 al 27 settembre si celebra la devozione ai santi medici Cosma e Damiano. La ricorrenza, tra le più sentite della Calabria, richiama ogni anno fedeli provenienti da diversi centri della regione – da Stilo a Monasterace, da Caulonia a Roccella, fino alle Serre – molti dei quali giungono a piedi, qualcuno persino scalzo, sorretto da bastoni nodosi.

La tradizione si rinnova attraverso gli ex voto: cuori d’argento per amori non realizzati, braccia di cera per arti guariti, miniature di navi per traversate fortunate. A rendere ancora più suggestiva la festa è la partecipazione delle comunità rom e sinti, che con i loro colori e le loro danze trasformano la processione in un evento unico, definito dagli abitanti “la festa degli zingari”.

Il cuore della celebrazione è oggi, con l’uscita delle statue dei santi dalla chiesa di Riace Superiore, il trasferimento al santuario e la processione accompagnata da balli, incanti e canti popolari. La giornata culminerà con la solenne messa delle 19.

Telemia, come di consueto, ha scelto di trasmettere in diretta la processione, raccogliendo le voci dei pellegrini. Storie di fede e di legami profondi con la tradizione emergono tra gli intervistati: chi torna ogni anno per le radici familiari, chi affronta chilometri a piedi nonostante l’età, chi dalla lontana Torino o dal Lazio ritrova a Riace il senso di comunità e di devozione.

«Da bambino venivo a piedi con mio padre – racconta un fedele – oggi non riesco più a fare il pellegrinaggio completo, ma anche pochi chilometri hanno lo stesso valore. I santi ci vedono da lassù e ci proteggono».

Sacralità e folklore, preghiera e festa, fede e identità: la celebrazione di Cosma e Damiano continua a unire generazioni e territori, confermandosi appuntamento imprescindibile del calendario religioso calabrese.

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