Dopo settimane di riflessioni, esitazioni e riunioni convulse, Pasquale Tridico ha detto sì. L’ex presidente dell’Inps ed europarlamentare ha finalmente sciolto le riserve e annunciato la propria disponibilità a candidarsi alla guida della Regione Calabria. Una decisione arrivata in extremis, a poco più di quindici giorni dalla presentazione delle liste, che segna una svolta cruciale per il centrosinistra.

Il rischio di una spaccatura interna era concreto: il blocco moderato-riformista, infatti, era pronto a presentare un proprio candidato, con il nome del sindaco di Cosenza Franz Caruso dato in pole position. Sarebbe stato l’ennesimo braccio di ferro, con esiti incerti e pericolosi in termini di coesione. La figura di Tridico, invece, ha trovato un consenso trasversale. Il suo profilo tecnico e moderato, unito a un indice di popolarità elevato, è apparso la soluzione più solida per evitare fratture.

Determinante si è rivelata la mossa di Sandro Principe, che ha spinto affinché venisse trovata una candidatura in grado di ricompattare il campo. Così è stato accantonato definitivamente il nome di Vittoria Baldino, sostenuta dal Movimento 5 Stelle, che però rischiava di irrigidire le posizioni degli alleati.

La scelta di Tridico non avrà solo un effetto sul vertice della coalizione, ma scatenerà un vero e proprio effetto domino: diversi sindaci e amministratori locali, rimasti finora alla finestra, si preparano ora a scendere in campo. La vera sfida, per il centrosinistra, sarà mettere insieme liste forti e competitive, in grado di reggere il confronto con quelle del presidente uscente Roberto Occhiuto, che su questo fronte parte in netto vantaggio.

Dietro la candidatura di Tridico c’è la mano decisa dei 5 Stelle, che alla fine si assumono la responsabilità di guidare la coalizione dopo l’inerzia del Pd. La parlamentare uscente Elisa Scutellà, che aveva promesso una battaglia serrata contro Forza Italia, è chiamata ora a un ruolo di primo piano, insieme a tutto il gruppo dirigente regionale.

La corsa è ufficialmente partita. Da un lato Occhiuto, forte dell’esperienza e della macchina elettorale del centrodestra. Dall’altro Tridico, il “tecnico popolare” che ha scelto di metterci la faccia in una sfida tutta in salita ma che, per il centrosinistra calabrese, rappresenta l’ultima occasione per provare a invertire il destino delle urne.

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