R. e P.
Il Governatore reggente della Regione Calabria, è un soggetto alquanto particolare,
non solo per il modo stravagante di vestire, quanto per come gestisce i rapporti politici
sulla base di un potere decisionale attribuitogli senza alcuna investitura elettorale. È
un personaggio un po’ bizzarro la cui identità politica può essere sintetizzata in un
pensiero che racchiude tutto il suo essere: “ Spirlì se non ci fosse sarebbe difficile
inventarlo”. Nel corso della legislatura non si è distinto per particolari azioni politico –
amministrative, tant’è che ancora oggi ci chiediamo quali siano stati i criteri
meritocratici utilizzati dai vertici della Lega per imporlo come vice presidente della
giunta regionale. Se per la quasi totalità dei Calabresi l’anno 2020 è stato un’anno
nefasto e da dimenticare, per Spirlì invece è stato l’anno della svolta, nominato
Presidente facente funzioni della giunta regionale, in sintesi padrone assoluto della
macchina amministrativa della Calabria, incarico questo che lo ha probabilmente
convinto di essere la guida politica ed indiscussa dell’Ente Regione. In tanti sono
convinti che in realtà il centro -destra non rappresenta, di fatto, la casa di Spirlì, il
quale forse è convinto di poter rappresentare meglio gli interessi politici del centro-
sinistra. Se così non fosse, non si potrebbe spiegare la motivazione per la quale Spirlì
sta tentando, in accordo con il governo centrale, di far slittare la data delle elezioni già
fissata per il 14 febbraio, in spregio all’accordo preso con i partiti di maggioranza di
centro -destra, firmato anche dallo stesso Spirlì in data 29 dicembre 2020.
È vero che il suo nome mai è stato indicato tra i papabili candidati a Presidente del
centro -destra, ma ciò non giustifica una inversione di rotta a vantaggio del candidato
a presidente del centro -sinistra dell’ultima ora, il sindaco di Napoli De Magistris. Ciò
perché, una data diversa da quella stabilità del 14 febbraio 2021, andrebbe a
soddisfare la richiesta di De Magistris di accettare la candidatura a Presidente della
Regione Calabria, a patto di fissare la data delle votazioni oltre il mese di febbraio, per
meglio organizzare la campagna elettorale, anche in virtù della scadenza del mandato
di sindaco di Napoli. Meritano piena considerazione le accuse di tradimento da parte
dei partiti di maggioranza nei confronti di Spirlì che con il suo comportamento ha
concesso a De Magistris di dettare l’agenda politica delle elezioni in Calabria, al posto
degli stessi partiti di maggioranza di centro -destra, elezioni che potrebbero a questo
punto essere fissate con un nuovo decreto su indicazioni dell’aspirante governatore
De Magistris per il tramite di Spirlì.
Nessuna giustificazione politica può essere attribuita all’emergenza COVID, non solo
perché con le dovute precauzioni può essere garantita la sicurezza dell’elettore, così
come è avvenuto negli Stati Uniti, dove l’emergenza era notevolmente superiore a
quella calabrese, ma anche perché non sarebbe possibile rimandare la consultazione
elettorale alle “calende greche” attesa l’incertezza della fine della pandemia. Ovvio
che del differimento delle elezioni regionali ne trarrebbe vantaggio l’attuale
governatore che rimarrebbe in carica, ma ciò non può giustificare, politicamente,
un’azione contraria ai doveri istituzionali e politici. Chissà se almeno questa volta
Salvini farà il “mea culpa” avendo contribuito al fallimento politico della Lega in
Calabria, non solo nella scelta poco felice del vice presidente della giunta regionale,
quanto anche per i membri della segreteria regionale, autori del “fuggi fuggi” di quasi
tutti i militanti calabresi.
Avv. Carlo Salvo