Reggio Calabria. “La scrivente segreteria regionale, è stata informata in merito all’ennesimo episodio increscioso, riguardante le attività affidate al Gestore Aeroportuale – SACAL, presso l’Aeroporto di Reggio Calabria, che, nonostante le ripetute diffide ricevute, ed alle quali non è stato dato alcun riscontro, continua ad operare in condizioni di sicurezza precarie, sia per i lavoratori che per l’utenza”. Inizia così la lettera del Segretario regionale Uiltrasporti Luciano Amodeo in cui si chiede ai vertici ENAC di Napoli e Reggio Calabria, al Prefetto Mariani, all’Ispettorato del Lavoro, al Presidente di SACAL e ad Alitalia, di far chiarezza sull’ultimo “incredibile accaduto” che si sarebbe registrato presso il Tito Minniti.
I fatti risalgono a domenica scorsa. La SACAL non avrebbe potuto garantire il servizio dedicato ai passeggeri a ridotta mobilità di ben tre voli Alitalia dello stesso giorno (AZ 1157, AZ 1195 ed AZ 1198). Secondo quanto riferito, ma il tutto sarebbe stato anche documentato, i passeggeri richiedenti il servizio di assistenza per la salita discesa dall’aeromobile, non hanno potuto usufruirne, a causa di un guasto al mezzo ”Ambulift”, per il quale, già da diverso tempo, era stato richiesto un urgente intervento manutentivo, vista anche l’avaria di un altro mezzo non più a disposizione del personale addetto, in quanto anch’esso già guasto.
I passeggeri sarebbero stati costretti dunque ad utilizzare le scale ordinarie nonostante le difficoltà a deambulare. Tranne uno, il quale ha giustamente preteso di poter usufruire del servizio richiesto e a lui riservato. Per rimediare all’inconveniente, è stato utilizzato il mezzo di Alitalia dedicato al catering e non assolutamente idoneo al trasporto dei passeggeri con ridotta mobilità. A detta della Uiltrasporti “in modo del tutto discutibile e arbitrario e scaricando indirettamente la responsabilità agli operatori incaricati a espletare il servizio”. Al di là dell’incresciosa situazione, in termini di immagine, quanto accaduto, a detta del sindacato, “rileva ulteriormente il modus operandi opinabile della società di gestione in indirizzo, la quale, nonostante le ripetute segnalazioni delle organizzazioni sindacali e del personale stesso, probabilmente continua a non voler recepire il grave stato di degrado in cui versano i mezzi utilizzati, oltre che ad operare con un numero ridotto di personale, non sufficiente a garantire le attività secondo la sicurezza richiesta dalle normative vigenti”.
Con questa ultima uscita, la Uiltrasporti vuole richiamare l’attenzione e l’intervento degli organismi preposti “a vigilare e a garantire il regolare svolgimento del servizio, secondo le condizioni di sicurezza necessarie, ritenendo non più sostenibile la situazione generata sullo scalo di Reggio Calabria, ridotto ad un palese stato di abbandono, che ha comportato il disagio dei lavoratori e dell’utenza , costretti a subire le situazioni più volte portate a conoscenza degli enti interesasnti, anche per mezzo della recente apertura della seconda fase delle procedure amministrative di raffreddamento”.
Con l’auspicio che questi episodi possano non venire più a ripetersi, la UILT Calabria, “chiede, che si intervenga con efficacia e tempestività, per la ricerca e l’attribuzione di eventuali responsabilità che hanno leso il principio di “lavorare e viaggiare in sicurezza”, non riconoscendo all’utenza il beneficio concesso dal diritto alla mobilità, oltre che non garantirle tutti i servizi dovuti”.
I fatti risalgono a domenica scorsa. La SACAL non avrebbe potuto garantire il servizio dedicato ai passeggeri a ridotta mobilità di ben tre voli Alitalia dello stesso giorno (AZ 1157, AZ 1195 ed AZ 1198). Secondo quanto riferito, ma il tutto sarebbe stato anche documentato, i passeggeri richiedenti il servizio di assistenza per la salita discesa dall’aeromobile, non hanno potuto usufruirne, a causa di un guasto al mezzo ”Ambulift”, per il quale, già da diverso tempo, era stato richiesto un urgente intervento manutentivo, vista anche l’avaria di un altro mezzo non più a disposizione del personale addetto, in quanto anch’esso già guasto.
I passeggeri sarebbero stati costretti dunque ad utilizzare le scale ordinarie nonostante le difficoltà a deambulare. Tranne uno, il quale ha giustamente preteso di poter usufruire del servizio richiesto e a lui riservato. Per rimediare all’inconveniente, è stato utilizzato il mezzo di Alitalia dedicato al catering e non assolutamente idoneo al trasporto dei passeggeri con ridotta mobilità. A detta della Uiltrasporti “in modo del tutto discutibile e arbitrario e scaricando indirettamente la responsabilità agli operatori incaricati a espletare il servizio”. Al di là dell’incresciosa situazione, in termini di immagine, quanto accaduto, a detta del sindacato, “rileva ulteriormente il modus operandi opinabile della società di gestione in indirizzo, la quale, nonostante le ripetute segnalazioni delle organizzazioni sindacali e del personale stesso, probabilmente continua a non voler recepire il grave stato di degrado in cui versano i mezzi utilizzati, oltre che ad operare con un numero ridotto di personale, non sufficiente a garantire le attività secondo la sicurezza richiesta dalle normative vigenti”.
Con questa ultima uscita, la Uiltrasporti vuole richiamare l’attenzione e l’intervento degli organismi preposti “a vigilare e a garantire il regolare svolgimento del servizio, secondo le condizioni di sicurezza necessarie, ritenendo non più sostenibile la situazione generata sullo scalo di Reggio Calabria, ridotto ad un palese stato di abbandono, che ha comportato il disagio dei lavoratori e dell’utenza , costretti a subire le situazioni più volte portate a conoscenza degli enti interesasnti, anche per mezzo della recente apertura della seconda fase delle procedure amministrative di raffreddamento”.
Con l’auspicio che questi episodi possano non venire più a ripetersi, la UILT Calabria, “chiede, che si intervenga con efficacia e tempestività, per la ricerca e l’attribuzione di eventuali responsabilità che hanno leso il principio di “lavorare e viaggiare in sicurezza”, non riconoscendo all’utenza il beneficio concesso dal diritto alla mobilità, oltre che non garantirle tutti i servizi dovuti”.
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