Sei anni fa ci lasciava Girolamo Tripodi, ma per la memoria del parlamentare, sindacalista e sindaco quella di oggi è stata una data speciale. La Fondazione a lui intitolata e presieduta dal figlio Michelangelo ha voluto ricordarlo con l’istituzione di un premio consegnato a illustri personalità che si distinguono per l’operato a favore del riscatto e l’emancipazione della Calabria.

Già programmato alcuni anni fa e fermato dalla pandemia, l’evento ha celebrato oggi pomeriggio la sua prima edizione nella sala Monteleone del consiglio regionale. Una sala gremita di amici ed estimatori di Mommo, che lo hanno conosciuto condividendone l’attività politica e di rivendicazione dei diritti dei lavoratori, ma non solo. Una platea bipartisan, soprattutto. A volergli rendere omaggio c’erano infatti anche molti di coloro che per ideologie e pensiero furono contrapposti a Girolamo Tripodi eppure riconoscono la levatura morale e di impegno civico di un personaggio indimenticato dai calabresi.

Il premio 2024, suddiviso in sezioni è stato attribuito al medico Lino Caserta (solidarietà); allo scrittore Mimmo Gangemi (cultura); al regista Mimmo Calopresti (cinema) e per la legalità alla memoria di Maria Chindamo. Calabrese dell’anno è stato designato il segretario generale Uil Pier Paolo Bombarbieri. Grande l’emozione dei premiati come di Michelangelo Tripodi e gli altri ospiti del dibattito nella cui cornice si è svolto l’evento. Introdotti dal giornalista Rai Mario Meliadò sono intervenuti il sindaco di Gioia Tauro, Aldo Alessio, le scrittrici Cinzia Messina e Daniela Scuncia e il presidente provinciale di Confindustria, Domenico Vecchio.

“La presenza in questa sala è una grande soddisfazione – ha detto Michelangelo Trippdi – e mi riempie di orgoglio vedere qui anche persone che non condividevano il percorso politico di mio padre perché è segno di stima e rispetto per la sua figura”. Ricordando il lavoro della fondazione Girolamo Tripodi nel solco dell’esempio lasciato dall’azione di Mommo, ha sottolineato i motivi dell’istituzione del premio. “Questo giorno – ha confidato – sarà sempre velato da tristezza ma lo vogliamo associare con un’iniziativa che pianta semi di speranza. Mio padre sarebbe felice di associare il suo nome ad eccellenze calabresi come quelle presenti oggi. Tante sono le risorse umane straordinarie della nostra terra, oggi ne premiamo alcune ma sono soltanto le prime. Sceglieremo di premiare il coraggio di figure che devono essere valorizzate perché lottano per far rialzare una terra piagata dalla criminalità ma che non smette di sperare nel futuro”.

Le parole dei premiati, accomunati da valori e azioni improntate alla legalità

Filo conduttore tra i personaggi premiati, in sintonia con l’azione politica e sindacale di Girolamo Tripodi è la legalità. A diverso titolo e nei propri settori di attività, tutti gli insigniti sono elementi di disturbo per la ‘ndrangheta, la corruzione e il malaffare. Applausi e commozione hanno accolto Vincenzo Chindamo, che è arrivato a Reggio da Catanzaro dopo una giornata di forte impatto emotivo, quella della prima udienza del processo sulla morte della sorella. “E’ una coincidenza che non considero casuale – ha detto – Dopo otto anni che sembravano non portare a nulla, attraversati da sconforto e solitudine, oggi c’è un imputato che dovrà essere giudicato per la partecipazione all’omicidio di Maria”.

Nel silenzio del pubblico, la voce di Chindamo si è spezzata rievocando la scena terribile dell’auto di Maria abbandonata davanti al cancello dell’azienda, di lei solo tracce di sangue. E poi l’agghiacciante scenario del delitto e della distruzione del corpo. “Ricevo con gioia questo premio – ha affermato – perché nella nostra società Mommo Tripodi è stato contrasto per alcuni fenomeni criminali ingiusti e abbiamo il dovere di ricordare questi esempi ed essere così anche noi. Il 6 maggio di otto anni fa provai una grande rabbia e una paura che al pensiero di quel giorno sento ancora addosso. Ma nonostante questo voglio dire che la Calabria non è omertosa. Io ho iniziato a denunciare da solo ma ora ho accanto un fronte di persone numerosissime e capaci di schierarsi contro la ‘ndrangheta. Il luogo della scomparsa di mia sorella – ha concluso – sarebbe dovuto essere emblema di terrore, invece lì ogni anno scuole, istituzioni e associazioni si riuniscono per ricordare lo spirito di autodeterminazione di una donna. Ucciderla non è servito per fermare la voglià di liberta e giustizia di un intero popolo”.

Lino Caserta, medico fondatore dell’Associazione Calabrese di Epatologia e della Fondazione di Medicina Solidale, ha avuto parole affettuose per Mommo Tripodi. “A 14 anni – ha raccontato – mi iscrissi alla Fgci ed ero un ragazzino che sognava di cambiare il mondo. Avevo i miei miti, Che Guevara ma anche un eroe concreto come Mommo, un modello per me che desideravo tanto conoscerlo. Pensare a una personalità come lui nell’attuale panorama politico, oggi ci fa sentire terribilmente soli. Con la mia associazione abbiamo come riferimento gli articoli 2 e 32 ella costituzione, lavoriamo per eliminare le diseguaglianze che in Calabria sono tante non soltanto nella sanità. Oggi abbiamo timori pensando a cosa accadrà con l’autonomia differenziata ma il federalismo sanitario esiste già, è iniziato con i livelli essenziali di assistenza e non ha portato benifici a nessuno, neanche alle regioni più ricche. Se il divario tra Nord e Sud aumenterà – ha dichiarato – più che mai abbiamo bisogno di persone come Mommo Tripodi per difendere i diritti di tutti. Questo premio mi inorgoglisce perché lo vedo come un piccolo passaggio di testimone”.

Ricevendo il premio il regista Mimmo Calopresti è un po’ tornato a casa nella sua Polistena. “Mommo Tripodi – ha detto – è stato il sindaco dei miei genitori e quello che ritrovavo ogni volta nella mia città, anche quando vivevo a Torino. E’ una figura familiare e per noi calabresi è stato un punto di riferimento perché ci rappresentava politicamente a livello nazionale e questo ci rendeva fieri. Un uomo partito dal basso e arrivato ai vertici”. Calopesti ha voluto parlare della Calabria come terra cruciale ricordando l’emergenza immigrazione, a cui ha dedicato il suo nuovo film che racconta il tragico naufragio di Cutro: “Per tante persone che trovano la morte in mare, questo è un territorio di passaggio, invece dobbiamo rappresentare la possibilità di una nuova libertà..Qui sto ascoltanto tante bellissime dichiarazioni, che rafforzano la mia appartenenza alla comunità calabrese. La mia è stata una generazione in movimento ma le radici non si spezzano mai. Grazie alle persone come voi – ha detto rivolto ai compagni del parterre – piene di coraggio, la Calabria è ultima solo nelle parole di chi la guarda con pregiudizio, ma nei fatti siamo bravissimi e spesso più capaci degli altri. Gli ultimi saranno i primi e qui sta avvenendo così”.

Lo scrittore Mimmo Gangemi, originario di Santa Cristina, è uno che, a differenza di molti colleghi, ha scelto di restare. “Ne sono orgoglioso e anche se gli indici di lettura di questa regione sono saldamente agli ultimi posti non perdo la speranza di vedere un cambiamento. La nostra popolazione è storicamente anziana e poco scolarizzata, ma c’è una presenza crescente di giovani scrittori che possono stimolare a leggere di più”, ha commentato. Sul premio ha dichiarato: “E’ un onore per me, nel nome di un personaggio come Mommo Tripodi che ha sempre lottato per la sua Polistena. Ricordo che chiese il mio aiuto di tecnico contro il dimensionamento dell’ospedale e collaborai con lui riconoscendogli grande impegno per il territorio”.

Pier Paolo Bombardieri si è rivolto alla memoria di Mommo Tripodi chiamandolo compagno di lotte sindacali: “Nei nostri anni giovanili avevamo tante palestre dove imparare confronto e discussione, dai partiti, alle assocazioni o anche le parrocchie. L’attuale classe politica ha perso tutto questo e non ha più contatto con la gente e gli elettori. Ma soprattutto in Calabria la politica incide sulla vita dei cittadini e sul loro diritto a un percorso di rinascita”.

Il premio di calabrese dell’anno assegnato dalla Fondazione Girolamo Tripodi è accolto dal segretario generale Uil con l’afflato sentimentale di una condivisione di di ideali e obiettivi di lotta. “Con il Mommo Tripodi sindacalista – ha dichiarato – ho in comune la forza di difendere le categorie più fragili dei lavoratori contro l’illegalità, un’azione che lui portò avanti con coraggio in contesti di criminalità. Come sindaco ci ha lasciato l’insegnamento di una figura che è il primo fronte dello stato. Fare il sindaco a ogni ora del giorno e della notte, pronto a rispondere al citofono perché in un territorio come il nostro questo è un servizio. In Calabria – ha aggiunto – la classe lavoratrice continua ad essere indebolita e bistrattata, istruzione e dignità del lavoro sono diritti negati e da difendere in trincea”. Ha concluso Bombardieri: “Uil il sta portando avanti campagne a cui teniamo molto per la sicurezza sui luoghi di lavoro e per dare visibilità ai precari. Soprattutto i giovani lavoratori sono diventati fantasmi e dar loro voce in Calabria è uno dei modi per rimetterci al passo del paese dopo anni di arretratezza e continue sottrazioni di diritti e servizi. Mommo Tripodi ci ha insegnato a perseguire questa battaglia senza arrendersi mai”.

Il premio, un’opera d’arte realizzata dal maestro Nicola Tripodi, rappresenta un albero d’ulivo e una colomba, l’uno simbolo della piana di Gioia Tauro ed espressione di identità calabrese, e l’altra evocatrice di valori di pace, giustizia, uguaglianza e solidarietà di cui Girolamo Tripodi è stato portatore. Ideali che oggi pomeriggio sono stati trasmessi dalle testimonianze dei premiati ma anche dal talento dei giovani musicisti dell’istituto comprensivo “Francesco Jerace” di Polistena. Promettenti eredi di quella Calabria positiva alla quale Mommo ha dedicato la sua vita militante.

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