Antonio Marziale, già Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, così scrive al Capo dello Stato, Sergio Mattarella:

“Signor Presidente della Repubblica Italiana,

nelle vesti di Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, carica da me ricoperta dall’aprile 2016 al giugno 2020, mi sono incessantemente occupato, in tutti i modi consentiti dal ruolo, per il rimborso delle spese alle famiglie dei bambini autistici. Superfluo dirLe che sono stato bellamente rimbalzato da un ufficio all’altro, con promesse di imminente risoluzione, di fatto eluse. La Calabria non dispone di nemmeno un reparto pubblico di neuropsichiatria infantile, nonostante sia la Regione con il più elevato tasso di povertà economica ed educativa, per cui le famiglie dei bambini coinvolti sono costrette a ricorrere a cure private, il cui rimborso spese è a carico del servizio pubblico territoriale, la ASP. Esplicito che mi sono rivolto, per quanto riguarda il territorio metropolitano di Reggio Calabria, al Signor Prefetto, ai commissari prefettizi della ASP che mi rimbalzarono al ministero della Salute, dai quali uffici mi è stato risposto che essendo la ASP commissariata per infiltrazione mafiosa avrei dovuto rivolgermi al ministero dell’Interno, che a sua volta mi ha rimbalzato al Signor Prefetto. Il gioco del cane che si morde la coda, nonostante anche provvedimenti del Tribunale che intimano alla ASP di rimborsare le famiglie. Lei è perfettamente consapevole del dramma vissuto da madri e padri laddove c’è un piccolo autistico, così come conosce la realtà sociale del territorio: vorremmo che lo Stato mostrasse il proprio volto. Vorremmo che i diritti avessero cittadinanza reale, soprattutto quando si tratta di bambini, avendo l’Italia ratificato e promulgato la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. La prego, Signor Presidente, sia celere e non mi rimandi ad altri uffici, perché non c’è ufficio che non sappia come stanno le cose. Sia Supremo Garante di questi bambini italiani, europei, in un lembo di terra dove si pagano due e anche tre volte fatture già saldate in ambito sanitario e laddove per anni non è stato presentato il bilancio. Con rispetto Le ricordo che già alcune madri Le scrissero e furono indirizzate ad altri uffici. Signor Presidente, Lei è l’ultimo appiglio di questi bambini e dei loro genitori. Con deferenza Le porgo i miei più sinceri saluti, fiducioso in un Suo risolutorio intervento”.