Si è conclusa nei giorni scorsi una complessa ed articolata indagine svolta dal comando provinciale delal Guardia di Finanza di Reggio Calabria, a carico di 54 soggetti condannati in via definitiva per reati collegati alla criminalità organizzata, o comunque destinatari di misure di prevenzione antimafia.
Si tratta di persone, come specificato dalle fiamme gialle, ritenuti appartenere alle più pericolose ‘ndrine del reggino e del comprensorio.
Sostanzialmente, i finanzieri avrebbero appurato che gli indagati non avrebbero rispettato gli obblighi previsti dalla legge Rognoni-La Torre e dal nuovo codice antimafia, quanto alla comunicazione delle variazioni patrimoniali.
Un obbligo che consente un monitoraggio decennale delle ricchezze a disposizione dei soggetti gravati da specifici precedenti, e che serve a verificare la natura di queste movimentazioni patrimoniali, che potrebbero essere proventi dell’attività illecita.
Auto e case di lusso
I controlli avrebbero così permesso di accertare che alcuni di loro – come dicevamo considerati contigui ai clan del territorio – continuassero a guidare autoveicoli di lusso, mentre altri erano riusciti ad acquistare beni immobili di ingente valore.
Circostanza che ha fatto scattare una verifica ad ampio raggio, che ha coinvolto oltre duemila soggetti pregiudicati o destinatari di misure di prevenzione.
I beni cautelati
Le indagini hanno quindi portato al sequestro di otto fabbricati, venti terreni, sette autovetture, quattro rapporti finanziari ed uno assicurativo, per un valore complessivo stimato in 1 milione e 700 mila euro.
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