L’incontro, richiesto dall’Associazione “Città degli Ulivi” dei Comuni della Piana di Gioia Tauro, ha visto la presenza di una delegazione di sindaci insieme ai rappresentanti dei Vigili del Fuoco, del CONI e della Federazione Italiana Giuoco Calcio.
Il Prefetto ha ribadito con chiarezza un punto ormai non più rinviabile: le strutture sportive che non dispongono della certificazione di agibilità non possono essere aperte al pubblico. Un principio che discende direttamente dalla normativa sugli spettacoli pubblici e che impone ai sindaci, autorità di pubblica sicurezza a livello locale, di sospendere ogni autorizzazione finché non saranno garantite tutte le condizioni di sicurezza.
La situazione: pochi riscontri tecnici, molti impianti senza documentazione
Nel corso degli ultimi mesi la Prefettura ha più volte richiesto aggiornamenti tecnici ai Comuni sugli impianti sportivi del territorio. Gran parte delle strutture, tuttavia, non ha ancora prodotto la documentazione necessaria: progetti, collaudi, certificazioni e verifiche previste dalla normativa vigente.
Una carenza che riguarda in particolare gli stadi e i campi da calcio, dove la presenza di pubblico richiede standard di sicurezza più elevati.
In questo contesto, ha sottolineato il Prefetto, «diventa impossibile per i sindaci continuare ad autorizzare il libero accesso», prevalendo l’obbligo di tutelare l’incolumità degli spettatori.
Cosa prevede la legge
Durante il summit, la Prefettura ha ricostruito con precisione il quadro normativo:
Impianti con capienza superiore a 200 posti: obbligo di parere della Commissione comunale di Vigilanza.
Impianti fino a 200 spettatori: possibilità di sostituire il parere con una relazione tecnica di un professionista abilitato (ingegnere, architetto, perito industriale o geometra) come previsto dall’art. 141 del R. D. 6 maggio 1940 n. 635.
Verifiche antincendio: non richieste solo sotto i 100 posti; obbligatorie da 101 posti in su, sotto la responsabilità del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco.
Competenza dei Comuni: valutare ogni singolo impianto e adottare i provvedimenti necessari.
Un impianto sportivo, ha ricordato il Prefetto, «è assimilato ai pubblici spettacoli e deve rispettare criteri di sicurezza inderogabili».
La questione dei finanziamenti
Consapevole delle difficoltà economiche degli enti locali, il Prefetto ha inoltre assicurato la disponibilità a rappresentare la problematica presso altri organismi istituzionali — in primo luogo la Regione Calabria — per verificare forme di finanziamento specifiche, anche di natura sovranazionale, utili ad adeguare gli impianti e garantire la piena fruibilità sportiva.
Una richiesta ritenuta essenziale dai Comuni della Piana, che da tempo denunciano la precarietà strutturale di molti campi sportivi e l’impossibilità, con le sole risorse comunali, di sostenere interventi di messa a norma.
ilreggino.it

