La zona rossa in Calabria certifica il fallimento della sanità calabrese che nonostante il commissariamento, prolungato ancora dal premier Conte, non riesce a dare a questa Regione una sanità da paese civile. Al di là delle polemiche sui dati e sulla beffa dell’inserimento della nostra Regione in zona rossa, nessuno in questi mesi si è premurato a come poter far fronte a questa nuova ondata di contagi che la comunità scientifica comunque aveva previsto. La politica, in Calabria, ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza e tutte le sue lacune non riuscendo in questi anni a far fronte alle diverse problematiche che attanagliano questo nostro territorio fra cui di fatto la SANITA’. Le “limitazioni” che la zona rossa comporta, avranno gravi ripercussioni sul tessuto economico della nostra Regione che già si è trovata a subire la chiusura in primavera, quando la pandemia dilagava nelle Regioni del Nord. Anzi i nostri ospedali e i nostri medici hanno curato pazienti che dagli ospedali del Nord non trovando posti disponibili sono stati trasferiti nelle regioni del Sud per poter ricevere le cure. L’eventuale chiusura totale rischierebbe di provocare danni economici irreversibili. Questo è inaccettabile per un popolo che è stato sempre costretto a subire delle scelte ingiuste. La proroga del Commissariamento per il prossimo triennio dimostra il fallimento di anni di mala gestione ( e di soldi che i cittadini hanno pagato senza ricevere una sanità adeguata). I 10 anni di Commissariamento hanno “debilitato”la già esile rete ospedaliera regionale, con tagli di reparti, servizi e personale con il conseguente blocco del turnover. Penso al nostro Ospedale di Locri “violentato” e declassato ad Ospedale Spoke, che a stento riesce a garantire i servizi essenziali ad un territorio che conta all’incirca centocinquanta mila abitanti, che dista 100km dal Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria e dove i nostri Sindaci da anni si battono con coraggio nel silenzio più totale per ridare dignità a questa struttura ospedaliera fondamentale.
Dove sono andati a finire i soldi mandati alla Calabria per potenziare i reparti ( 40 milioni solo per fronteggiare l’emergenza Covid)?
Ogni responsabilità è da attribuire al Governo centrale, visto che la Regione è stata estromessa da qualsiasi potere decisionale e visto che i Commissari sono nominati direttamente da Roma. Perché invece di pensare a bonus per bici, monopattini, dare bonus vacanze, o far spendere i soldi ai commercianti per mettere in sicurezza gli ambienti di lavoro non si è provveduto a redigere un piano anti-Covid per tempo? L’emergenza sanitaria ci sta insegnando che non possiamo permetterci che il Paese viaggi a due velocità, né è possibile avere una sanità di serie A al Nord ed una di serie B al Sud. Non possono prevalere divisioni o strategie politiche di fronte all’interesse collettivo, bisogna dare pari dignità ai cittadini. Il nuovo Commissario Zuccatelli, nominato ( non si sa sulla base di quale categorie di merito, se non quello politico) per risollevare le sorti della sanità in Calabria sostituendo il “non brillante” Cotticelli, dubito possa toglierci da questo pantano dal quale invece di uscire ci stiamo inabissando sempre più. Il Presidente Conte insieme all’ex Commissario ad acta Cotticelli, ammettano le proprie responsabilità, chiedendo scusa al popolo calabrese. Conte sospenda in primis la zona rossa ed attui immediatamente un piano straordinario per la sanità in Calabria.
Roberto Ieraci Presidente Associazione Culturale “Nuovi Orizzonti per il Sud”.