ELISABETTA POZZI con
CASSANDRA
O DEL TEMPO RITROVATO
apre ” Tra miti e storia – festival del teatro classico di Locri epizefiri”
Domenica 22 luglio 2018
PORTIGLIOLA
TEATRO GRECO ROMANO
PARCO ARCHEOLOGICO DI LOCRI EPIZEFIRI

drammaturgia Elisabetta Pozzi
con il contributo di Massimo Fini
con Elisabetta Pozzi
regia Elisabetta Pozzi
cura del movimento Alessio Maria Romano
scene e costumi Guido Buganza
musiche Daniele D’Angelo
produzione Fondazione Teatro Due Spazio Bignardi

Nato nell’alveo del progetto UN’ATTRICE NEL MITO: CARTA BIANCA A ELISABETTA POZZI affidato da Fondazione Teatro Due a questa grande protagonista della scena italiana,Cassandra è uno spettacolo che racconta la storia dell’inascoltata veggente stuprata nel tempio di Atena e poi assassinata, con le parole della tragedia attica del V secolo a.C., contaminate da testi di autori contemporanei e filtrati dallo sguardo profondo e contemporaneo dell’attrice.Ispirandosi alle riletture del mito antiche e moderne (da Euripide a Christa Wolf), lo spettacolo porta in scena la figura mitica di Cassandra, mettendone in luce la strabiliante modernità. La profetessa troiana a cui Apollo ha dato il dono di prevedere il futuro, e insieme la condanna a non essere creduta, è infatti una delle figure femminili del mito greco di più profonda tragicità – per l’impotenza, l’impossibilità di condivisione, la forzata solitudine nel sostenere il peso della conoscenza – in cui convivono, come in ogni donna, forza e fragilità.Lo spettacolo procede attraverso memorie letterarie che riguardano Cassandra, un collage di testi ricordati, assemblati da un personaggio che si prende il carico di essere Cassandra e di portarla avanti nel tempo fino ai giorni nostri.Prendendo avvio dalla Cassandra di Christa Wolf, Elisabetta Pozzi approda al ‘Monologo per Cassandra’ di Wislawa Szymborska, passando attraverso la magnifica poesia di Ghiannis Ritsos e navigando poi tra i testi degli autori classici da Omero ad Eschilo a Euripide, Seneca.La drammaturgia dello spettacolo si avvale del contributo di Massimo Fini con cui l’attrice ha costruito il finale, una sorta di tragico epilogo in cui Cassandra vede il futuro dell’uomo moderno con la sua incapacità di porsi dei limiti e che è ormai ‘diventato un minuscolo ragno al centro d’una immensa tela che si tesse ormai da sola e di cui è l’unico prigioniero.’Daniele D’angelo ha creato per lo spettacolo un accompagnamento musicale originale, una tessitura di suoni e musica che sostengono l’intero testo , diventandone il filo rosso. E su cui s’innestano i movimenti coreografici di Alessio Romano.Scaturisce dalle parole antiche di Seneca, Eschilo ed Euripide, ma anche da quelle più vicine e contemporanee di Christa Wolf, di Jean Baudrillard, T.S. Eliott, Wislawa Szymborska, il disegno che Elisabetta Pozzi fa, con la collaborazione dell’autore e giornalista Massimo Fini, di Cassandra, l’eroina tragica destinata ad avere il dono della preveggenza, ma a non essere creduta per aver rifiutato l’amore del dio Apollo. Cassandra è l’emblema della lucidità, una donna capace di vedere il futuro conoscendo il passato e comprendendo il presente, un personaggio che parte dal mito ma che Elisabetta Pozzi porta all’oggi per indagare la nostra civiltà orfana di identità e il suo declino, proprio come avvenne ai troiani con il cavallo di Troia, dono fatale di cui Cassandra anticipò le nefaste conseguenze, restando inascoltata.