A meno di due settimane dal giorno della grande festa di Polsi, l’incertezza regna sovrana. Quest’anno i lavori di ristrutturazione al Santuario ne hanno reso impossibile l’apertura, e il Comune di San Luca – attraverso la Commissione straordinaria – ha dichiarato inagibile anche lo stadio cittadino. L’alternativa di Locri, proposta come sede temporanea, non è stata accettata dai fedeli, contrari a trasferire la venerata Madonna lontano dal suo luogo d’origine. Così, a oggi, la festa è di fatto cancellata.

Eppure in paese, e soprattutto sui social, la speranza non si spegne: c’è chi confida in un “miracolo”, in una decisione dell’ultima ora che permetta almeno una celebrazione ridotta, magari direttamente a San Luca, con le dovute cautele sul fronte ordine pubblico. L’annullamento della festa, che da oltre 900 anni richiama migliaia di pellegrini, sarebbe infatti percepito come un duro colpo alla fede, alla storia e alle tradizioni del popolo aspromontano.

Il vescovo, intervenuto online per chiarire la sua posizione, ha sottolineato che non c’è alcuna volontà di “allontanare da Polsi la Madonna” e che la sua missione, da più di undici anni, è quella di custodirne la spiritualità. Le sue parole, però, non sono bastate a placare la rabbia e l’amarezza dei fedeli.

Tra le voci più critiche, quella di Giuseppe De Luca, che parla di una “cancellazione di comunità”, e di Giuseppe Strangio, devoto da sempre, che accusa le istituzioni di trascurare i problemi del territorio: “La frana che ha portato alla chiusura della strada era lì dall’inverno. Con più volontà si poteva intervenire. Finché le comunità dell’Aspromonte saranno viste come un problema e non come una risorsa, ci saranno sempre ostacoli che impediranno crescita e tradizioni”.

Molti pellegrini, intanto, invitano a raggiungere comunque il Santuario a piedi, come da antica usanza: il 22 agosto, infatti, la carovana di San Luca partiva tradizionalmente a piedi verso Polsi per aprire la Novena. Alcuni sperano che accada anche quest’anno.

Il caso è arrivato ieri fino al Consiglio metropolitano di Reggio Calabria. Il consigliere Giuseppe Marino (Pd) ha raccolto “il grido di rabbia della gente d’Aspromonte” e chiesto che la politica si assuma la responsabilità di trovare una soluzione: “Il Santuario è un punto cardine per la spiritualità di migliaia di fedeli. La storia di questi luoghi è segnata da troppe ordinanze emergenziali che hanno ridisegnato il nostro territorio. Non possiamo restare passivi. La devozione a Polsi ha radici profonde: servono soluzioni immediate per permettere al popolo di celebrare anche quest’anno la Madonna della Montagna, nel luogo che le appartiene”.

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