R. e P.

Il “Sindaco della Locride”, il “luogo” dove si ordinano i differenti programmi e tre argomenti che hanno dell’essenziale 1) Le Infrastrutture viarie 2) Il Vescovo Oliva, che nella sua nota sulla Sanità, lascia incompleti alcuni passaggi 3) La Locride Capitale della Cultura 2025 e il vantaggio che bisogna dare a chi l’ha proposta per primo.

L’azione degli organismi dei sindaci, tesa a realizzare qualche risultato, deve essere letta come quella di una città policentrica, raccogliendo il consenso di tutti, scrivendo un programma di poche e concrete azioni.

La nuova programmazione 2021-2027 è alle porte, sarebbe colpevole arrivarci in ordine sparso. Un’ipotesi di lavoro potrebbe essere la promozione, da parte della rappresentanza regionale locale, di un tavolo di lavoro (il “Sindaco della Locride” ) che coinvolga amministratori, imprenditori, professionisti, associazioni, che si concentri inizialmente su un unico tema strategico per il nostro territorio, il Turismo. Le tematiche necessariamente collegate (trasporti, sanità, agricoltura, ecc.), affrontate nello specifico, vanno a comporre un vero e proprio Piano Strategico della Locride. L’ostacolo principale a questo percorso, caratterizzato e incoraggiato dalla coesione, può arrivare, al solito, dai tatticismi dei singoli. Oppure dall’inerzia della Città Metropolitana (per ultimo abbiamo l’emergenza rifiuti). Questa volta servono velocità , consenso bipartisan, strategia condivisa a scala sovracomunale, verifica di fattibilità ed efficacia delle azioni.

Per le comunicazioni non servono un numero infinito di progetti, tanto meno per “ponti” avveniristici ( accorgimento lessicale per distogliere dalla Bovalino – Bagnara e cose simili) : il “Sindaco della Locride” deve intervenire, con forza e massima convinzione, a favore della Statale 106 e di tutte le strade provinciali, partendo, nell’ordine dei finanziamenti che si otterranno, da quelle che hanno una funzione comprensoriale, da Locri in direzione di Gerace, uno dei borghi più belli d’Italia, molto visitato, oppure in direzione Antonimina, sede delle Terme, e via dicendo, pensando, tanto per fare un ulteriore esempio, alla provinciale verso i paesi dello Stilaro ( sono le distanze e le preziose vestigia a raccomandarlo).

Serve una nuova considerazione delle Istituzioni. Ecco la rappresentatività che da metafora del “Sindaco di Locri” diventa ” idee, corpo e fatica”, senza smettere di essere metafora. Il Vescovo Oliva interviene per sollecitare il rilancio dell’Ospedale di Locri. Secondo l’interpretazione di Francesco, la Chiesa fa sentire il suo peso nel sociale, ma nella fattispecie si caricano di eccessive responsabilità i destinatari della sua lettera (anche se un punto di risposta è stato pubblicato), i consiglieri regionali della Locride (oggi sono due). Non si può non tenere conto che siamo in presenza del  tanto contestato Piano di Rientro, di Commissioni e manager altrettanto discussi, di una oggettiva marginalità a cui è stata relegata la Locride in questi ultimi anni. Vanno interpellati (non è solo un problema di forma) in primis il Presidente della Commissione Sanità della Regione ed i capigruppo. E comunque, con la lettera del Vescovo, e con un necessario aggiornamento, possiamo e dobbiamo denunciare nulla di più e nulla di meno di quella che è la condizione dell’Ospedale. Una giusta misura, tuttavia (perché tutti possiamo riuscire a comprendere meglio), va data anche ad alcune questioni, del Laboratorio Analisi dell’Ospedale non messo nelle condizioni ottimali di operare, sulla sanità privata accreditata (alcune strutture, da noi, sono ormai considerate a tutti gli effetti un “bene pubblico”, per l’eccellenza del servizio reso) , per i professionisti che a fine carriera nel pubblico, continuano – risulta molto utile – il loro prezioso servizio nel privato (generalmente convenzionato) , magari dopo che non gli è stato consentito a titolo gratuito di farlo ancora dove hanno operato. A tali questioni e ad altre ancora va messo un “timbro” di  completezza ed autenticità, non accostati dubbi (meglio, appunto, correttamente scioglierli). Obiettivi reali : come si debba con urgenza organizzare e qualificare i servizi, far crescere la  fiducia dei cittadini in virtù di un’assistenza appropriata nella struttura ospedaliera ( la Prevenzione e la Medicina del territorio si darebbe per scontato, se la pandemia qualcosa ci ha insegnato, che vadano rafforzate…), come, cioè, garantire un’offerta che abbia una base ancora più larga di professionalità e di “attrazione” e la periodica “misurazione” delle prestazioni, ai fini delle correzioni necessarie. La Sanità intesa come diritto alla salute prima ancora che come diritto alle cure, è uno dei pilastri su cui poggia la Costituzione repubblicana e la politica, con tutte le sue pecche, è tenuta ad assumersi le responsabilità. Senza e con i “conflitti” che si generano.

Il “disegno del futuro”. La Locride Capitale della Cultura 2025 : perchè non mettersi a disposizione – al massimo ognuno delle proprie capacità di elaborazione e sintesi, della fondamentale  iniziativa assunta a tale scopo dal Gal Terre Locridee e da Officine della Idee? “Ordinate” le iniziative per come dovuto, non sarebbero sorte le polemiche con il convegno e lo “strano” video di Klaus Davi (oppure si, lo stesso) , qualche distanza con le Università che possono dare un contributo maggiore, l’incertezza con la Regione, dinamica sul territorio con l’assessore Nino Spirli, ma che ancora non si è pronunciata sulla condivisione di questo grande sogno (che va fatto diventare realtà). Il “Sindaco della Locride” per stabilizzare i passaggi.

Franco Crinò