Il plutonio non è uno scarto di lavorazione dei materiali necessari per
produrre energia nucleare, ma un materiale preziosissimo necessario alla
fabbricazione di bombe atomiche. I traffici internazionali di plutonio
sulle navi “a perdere” si sono intrecciati, nel corso della storia degli
ultimi decenni, con i principali misteri italiani (e non solo): dalla
tragedia aerea di Ustica, al sequestro della motonave “Jolly rosso”,
fino agli omicidi del Capitano di Corvetta Natale De Grazia, della
giornalista Rai Ilaria Alpi e dell’operatore di ripresa Miran Hrovatin.
“Plutonio. Navi a perdere, vincerà chi avrà l’ultima bomba” (2018, Città
del Sole edizioni) è il titolo del saggio d’inchiesta scritto a quattro
mani dalla giornalista Monica Mistretta e dal magistrato Carlo Sarzana
di Sant’Ippolito, che verrà presentato sabato 9 febbraio alle 17,30
nello spazio culturale “MAG. La ladra di libri” di Siderno.
Un libro contenente documenti inediti su una delel pagine più oscure
della storia d’Europa in generale e d’Italia in particolare, quando da
un esposto di Legambiente sulla presunta opera di sotterramento di
materiale tossico e radioattivo in Aspromonte, partirono le indagini
condotte dal pool diretto dal magistrato locrese Francesco Neri, del
quale fece parte anche il giovane Capitano De Grazia, scomparso in
circostanze tuttora misteriose, la notte del 12 dicembre 1992 quando
insieme a due carabinieri dello stesso pool investigativo, morì in
autostrada dopo aver cenato in un ristorante nei pressi di Salerno. I
tre inquirenti stavano per raggiungere la Liguria, laddove avrebbero
dovuto condurre ulteriori verifiche sui traffici di rifiuti tossici via
mare.
Uno, dieci, cento, mille inganni furono perpetrati in quegli anni in
nome dei loschi affari legati allo spaccio di sostanze radioattive da
utilizzare a uso bellico per produrre bombe atomiche negli stati
mediorientali, in particolare Iran e Siria. Il principale inganno
riguardò il popolo italiano, che con un referendum sancì il proprio
rifiuto della produzione di energia nucleare nel territorio nazionale.
Una scelta che non determinò la fine dell’incubo dopo le sciagure di
Seveso e Chernobyl, ma finì per dare la stura ai sordidi accordi tra
faccendieri senza scrupoli e trafficanti internazionali di veleno,
perchè, come spiegò un ex ingegnere dell’Enea, nelle centrali nucleari
dismesse si lavorava all’arricchimento dell’uranio, presumibilmente per
produrre plutonio.
Per indagare a fondo su questa pagina nera di storia, il libro di Monica
Mistretta (che in questi giorni ha attirato l’attenzione di organi di
stampa nazionali come Repubblica, Sky e Radio Capital) rappresenta
sicuramente uno strumento utile per chiedere giustizia alle vittime di
questi traffici: dai passeggeri del Dc9 Itavia precipitato al largo di
Ustica, a Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, ma soprattutto per il Capitano
De Grazia.
L’appuntamento, dunque, è per sabato 9 febbraio allo spazio culturale
MAG. Gianluca Albanese dialogherà con la coautrice Monica Mistretta.