La Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, guidata da Giuseppe Borrelli affiancato dai sostituti Lombardo, Campagnaro e Fava, ha chiuso le indagini preliminari del filone principale dell’inchiesta “Millennium”. L’indagine dal 2018 ha scandagliato i tre mandamenti della provincia reggina e oggi conta 67 indagati, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, narcotraffico, favoreggiamento, spaccio, tentata estorsione ed altro.
Come riporta Rocco Muscari su gazzettadelsud, dietro l’operazione, condotta dai Nuclei investigativi del Comando provinciale dei Carabinieri di Reggio e del Gruppo di Locri, nonché dalla Sezione operativa della Compagnia Carabinieri di Locri, si intrecciano diversi procedimenti penali che hanno svelato la trama criminale delle maggiori consorterie di ’ndrangheta. Il gip ha già emesso tre ordinanze cautelari che hanno portato all’arresto di un centinaio di persone, alcune coinvolte in più di un provvedimento, compreso quello che a fine novembre ha coinvolto 51 indagati.
Al centro dell’inchiesta emerge l’operatività della cosca Barbaro-Castani, radicata a Platì e ramificata fino al Nord Italia che, secondo l’accusa, avrebbe esercitato la sua forza intimidatoria attraverso estorsioni, danneggiamenti con armi ed esplosivi, riciclaggio e reinvestimento di denaro illecito, oltre a un vasto traffico di stupefacenti con operatività transnazionale.

