Momenti di terrore nella serata dell’11 aprile all’interno della Casa Circondariale di Palmi, dove un detenuto di origine straniera, con problematiche psichiatriche, ha messo a ferro e fuoco la propria cella. Secondo quanto riferito da Marco D’Agostino, Segretario Provinciale dell’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), l’uomo, appartenente al circuito di media sicurezza, ha dato in escandescenze per motivi sanitari, pretendendo di essere accompagnato in ospedale.

Non ricevendo riscontro, il detenuto ha distrutto ogni oggetto presente nella sua camera di pernottamento, lanciando i resti contro il personale in servizio. Subito dopo ha appiccato un incendio, domato solo grazie all’intervento tempestivo degli agenti. L’episodio si è concluso con un gesto ancora più estremo: il lancio di una bomboletta del gas nel tentativo di provocare un’esplosione. In questo frangente, un agente è stato colpito alla testa, riportando una ferita che ha richiesto punti di sutura e una prognosi di 8 giorni.

L’aggressione è solo l’ultimo di una lunga serie di eventi critici che si susseguono nel carcere palmese, in particolare nella sezione utilizzata per detenuti con problemi psichiatrici, nonostante non sia attrezzata a tale scopo. “La sezione – spiega D’Agostino – nata per ospitare i detenuti lavoranti, è oggi utilizzata come isolamento o per soggetti in osservazione psichiatrica, ma senza le necessarie condizioni strutturali e operative”.

La situazione ha suscitato profonda rabbia tra il personale, già messo a dura prova da una cronica carenza di organico e da turni massacranti. “Gli agenti – aggiunge D’Agostino – sono costretti a prestare oltre 40 ore mensili di straordinario cadauno”.

Un grido d’allarme condiviso anche dal Segretario Generale Aggiunto dell’OSAPP, Pasquale Montesano: “Il carcere è ormai un luogo di morte e sofferenze atroci, per detenuti e lavoratori. La Polizia penitenziaria, svilita e mortificata, subisce carichi di lavoro insostenibili nella totale indifferenza delle istituzioni”.

I numeri nazionali parlano chiaro: 16mila detenuti oltre la capienza regolamentare e più di 17mila agenti mancanti. In Calabria, come in molte regioni del Sud, la situazione è ancora più grave. Montesano lancia un appello al Governo Meloni e al Ministro della Giustizia Carlo Nordio: “Fermate la carneficina in atto. Servono riforme strutturali, organici potenziati, assistenza sanitaria garantita e misure per il sovraffollamento. Il sistema penitenziario è al collasso”.

Una denuncia forte e accorata che chiama in causa la politica, le istituzioni e l’opinione pubblica, affinché il sacrificio quotidiano degli agenti non resti ignorato.

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