Arrivano ad oggi a quasi 130 gli indagati nella maxi inchiesta Glicine scattata nel giugno dell’anno scorso tra Crotone, Cosenza e Catanzaro, oltre che in altre province italiane.

Un vero e proprio terremoto che il 23 giugno del 2023 riguardò soprattutto la provincia pitagorica, dove si colpì duramente la potente cosca dei papaniciari e si mise all’indice anche noti politici ed imprenditori; ma anche in regione, dove a finire nelle maglie degli inquirenti furono ex presidenti ed assessori regionali, dirigenti della stessa Regione Calabria, sindaci e assessori comunali.

La Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ha dunque notificato oggi l’avviso di chiusura delle indagini a tutti gli indagati, tra cui spiccano i nomi eccellenti .

Secondo gli inquirenti si sarebbe fatta luce su un presunto comitato politico-affaristico del quale avrebbero fatto parte proprio alcune di queste figure eccellenti.

L’accusa parla difatti di “un gruppo stabile e strutturato promosso, diretto e organizzato da soggetti politici, amministratori pubblici, imprenditori ed intermediari di imprese al fine di commettere una serie indeterminata e continua di delitti contro la pubblica amministrazione, in particolare nell’ambito regionale calabrese e crotonese in particolare”.

Si ipotizza quindi che lo stretto gruppo sia riuscito “a piegare ai propri interessi affaristici e politici, l’azione della pubblica amministrazione, condizionando pesantemente, ed in molti casi illecitamente, le scelte relative ad incarichi e finanziamenti”.

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