La facciata della cattedrale di Locri torna a splendere dopo il lungo e certosino lavoro di restauro che ha richiesto quasi tre anni di intensa attività di indagini, approfondimenti e interventi di rispristino strutturale degli elementi decorativi. Un prospetto che richiama, per grosse linee, quello che era dominate fino all’anno 1970 allorquando si decise di rimuovere, per motivi di sicurezza, tutti i decori e le statue che ornavano la facciata realizzata insieme alla chiesa di Santa Maria del Mastro negli anni trenta del secolo scorso. Dopo le forzate e improvvide rimozioni ne era risultata una chiesa dalla facciata scarna e lineare senza elementi decorativi di particolare pregio e con lesene e capitelli precari.

Il tutto, in origine, era stato realizzato in cemento armato e gli elementi decorativi, realizzati fuori opera, furono giustapposti alle strutture portanti senza un ancoraggio stabile.

A benedire la facciata, nella vigilia della prima domenica d’Avvento, è stato monsignor Francesco Oliva, vescovo della diocesi, che, fin dal suo ingresso in Diocesi aveva concentrato la sua attenzione proprio sul livello di degrado strutturale dell’edificio sacro e soprattutto sulla sua mancata disposizione a “Cattedra del Vescovo”.

Da qui tutta una serie di attività di progettazione, eseguita e diretta dall’Ufficio Beni Culturali della Diocesi con l’apporto di consulenze esterne. I lavori iniziati nell’aprile 2017, grazie ai contributi concessi dalla Conferenza Episcopale Italiana con i fondi dell’otto per mille, si sono conclusi nei giorni scorsi con l’intervento di maestranze locali come la 3Effe di Marco Femia, impresa appaltatrice delle opere, la Fuda Marmi di Siderno che ha eseguito la modellazione e il taglio degli elementi architettonici e altre aziende italiane che hanno fornito i materiali consolidanti, gli intonaci, i granigliati e le pitture ai silicati.

A completare l’opera l’impianto di illuminazione con un sistema di faretti a scomparsa con luci a led che offrono una visione d’insieme e uno scenario notturno delicato e coinvolgente “elemento di grande risalto – ha detto don Fabrizio Cotardo parroco della Cattedrale – e punto da cui partire per il rinnovo della Città e a cui già si è dato inizio con opere significative”.

“Noi questa sera benediciamo la facciata – ha detto monsignor Oliva – ma questo è solo il punto di partenza per una revisione generale della chiesa che proseguirà, a breve, con i lavori di adeguamento liturgico e di rifunzionalizzazione interna al fine di creare gli spazi necessari che una cattedrale richiede”. “Seguirà un terzo steep – ha annunciato il presule – che riguarderà la realizzazione dei locali annessi come, la sacrestia, i servizi, la sede del Capitolo e gli uffici del parroco”.  “Tutto quello che vi chiedo – ha aggiunto mons. Oliva – e di guardare alle opere realizzate nello spirito di fede, speranza e carità”. Prima della benedizione finale, nel salone del centro pastorale diocesano, sono stati recitati i vespri e al termine dell’Ufficio Divino è stato proiettato un filmato che, in pochi minuti,  ha riassunto la costruzione della chiesa, dalle origini ad oggi, concentrando, poi, le immagini sullo stato di conservazione e sulle precarie condizioni statiche degli elementi aggettanti verificate e tali da richiedere, in corso d’opera, la rielaborazione delle ipotesi progettuali iniziali per arrivare, poi,  ai successivi e definitivi interventi di consolidamento e restauro finale.

Giorgio Metastasio

Pandocheion.it