R. e P.
Volendo trarre una massima all’esito di quanto accaduto ieri in Consiglio regionale, in merito alla mancata approvazione della proposta di legge sulla doppia preferenza di genere, trovo alquanto confacente una citazione tratta da un celebre film, in cui il Preside di una prestigiosa scuola consegna ad un suo studente il seguente monito: “Non sono le nostre capacità che dimostrano chi siamo davvero, sono le nostre scelte”.
Ebbene, proprio la scelta – astuta, subdola – di astenersi dal voto rende oltremodo palese non solo il retaggio arcaico che abbonda le menti di quei medesimi consiglieri regionali che l’hanno resa propria ma, cosa ancor più grave, ne evidenzia la malizia ivi sottesa ed il mero e gretto intento speculativo.
La stessa astensione dal voto, ahimè, non solo trincera una parte della componente consiliare (quella di minoranza) a custodi di posizioni sessiste e bigotte che non devono trovare – ci si augura – alcun consenso da parte della comunità civile ma, il gioco da essa perpetrato va ben oltre la visione o meno di una legittima aspettativa di pari accesso agli scranni del Consiglio Regionale. In sintesi, molto più squallidamente, si è voluto far ricorso a schemi e numeri che, per una legge del genere, dovevano essere messi da parte, essendo una norma destinata a garantire una percentuale femminile nelle liste elettorali, quindi a riscrivere le regole di gioco, un gioco cui di diritto devono avere le donne pari accesso!
Resta, nel merito, una grande delusione ed un profondo rammarico, posto che la mancata approvazione della proposta di legge dell’On.le Sculco è un atto grave, uno scempio che rende la regione Calabria priva di uno strumento di civiltà, atto a garantire quella democrazia paritaria che la legge nazionale, l’Europa, la comunità internazionale e la comune coscienza ci invocano.
Ecco perché non può finire così, ecco perché non possiamo consentire che questa triste pagina della democrazia calabrese passi in sordina o che il percorso di riforme per l’emancipazione delle donne in politica venga troncato.
Un percorso di civiltà, peraltro, chiaramente voluto e delineato dal governo regionale di Mario Oliverio che, ricordiamo ove ce ne fosse bisogno, all’indomani del suo insediamento, ha provveduto alla modifica dello statuto regionale, prevedendo espressamente una quota di genere nella composizione della giunta, con ciò delineando l’intento di concretizzare e stimolare la partecipazione femminile all’interno delle istituzioni.
In virtù di quanto sopra, appare essenziale partecipare alla riunione indetta dall’On.le Flora Sculco, per giovedì 18 aprile presso la sala Oro della Cittadella regionale in Catanzaro.
Il Circolo del Partito Democratico di Siderno aderisce alla mobilitazione affinché si faccia spazio a chi ha gli stessi diritti di voce e di ascolto.