“Ho sentito dire che legalizzando le droghe leggere si impoveriscono le mafie, ma e’ una grande sciocchezza. Su 100 tossicodipendenti, solo il 5% e’ dipendente dalle cosiddette droghe leggere, e di questi solo il 25% ha piu’ di 18 anni, quindi, si dovrebbe vendere la droga al 5% di questo 25%, a meno che non la si venda anche ai minorenni. Il mercato e’ risibile: al mercato nero 1 grammo di marijuana costa mediamente 4 euro, mentre 1 grammo di cocaina costa 50 euro: quale sarebbe il mancato guadagno da parte delle mafie? Allora, per coerenza, si dovrebbe legalizzare la cocaina, se questa e’ la linea che state seguendo”. Lo ha affermato il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, intervenendo al convegno “Cannabis: non e’ mai leggera – droga, mafia, legalita’”. “Uno Stato democratico non puo’ permettersi il lusso di legalizzare cio’ che fa male. Anche le macchinette dei giochi nei bar, i liquori e i tabacchi sono un’ipocrisia”, ha aggiunto. “Prendiamo ad esempio la ‘ndrangheta, che coltiva la marijuana in Aspromonte, mentre gli albanesi lo fanno in Albania e in alcune parti della Basilicata. Non paga la luce, l’acqua, paga in nero chi ci lavora e mette a 4 euro al grammo la droga. Se lo Stato decide di produrre la marijuana, dovra’ pagare serre, luce, concime, essiccatori e distribuzione alle farmacie, con costi di circa 12 euro al grammo, che posso scendere a 10 se si va a regime. Il tossicodipendente che non ha soldi continuera’ a comprare la droga a 4 euro”, ha affermato il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri. “Mai e poi mai si potra’ competere su questo piano” con le organizzazioni criminali, “dobbiamo cercare di essere realisti”, ha aggiunto. “Quando parliamo di qualcosa, bisogna farlo di cio’ che conosciamo, la dobbiamo smettere in Italia di fare i tuttologi”, ha proseguito Gratteri.

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