Reggio Calabria. “I Bellocco avevano ormai internazionalizzato le loro attività criminali grazie ad una forte capacità di relazione con altre cosche di ‘ndrangheta, come i Morabito e i Mollica di Africo, con cui avevano posto solide basi nell’area platense, tra Buenos Aires e Montevideo, da dove coordinavano l’acquisto e la spedizione di quintali di cocaina verso l’Italia e l’Europa”. Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri incontrando i giornalisti per illustrare i particolari dell’operazione “Magma”, eseguita dal Goa, dallo Scico e dal nucleo di polizia finanziaria delle Fiamme Gialle.
“I Bellocco – ha detto il comandante dello Scico, il gen. Alessandro Barbera – non si interessavano soltanto di importazione di cocaina dal Sudamerica, ma destinavano alcuni loro membri all’effettuazione di rapine agli uffici postali per autofinanziarsi”.
“L’area platense, quella prospiciente al Rio della Plata su cui si affacciano quasi dirimpettaie Buenos Aires e Montevideo, capitale dell’Uruguay – ha detto il comandante regionale della Guardia di finanza, gen. Fabio Contini – è diventata da tempo una zona su cui si sono installati vari gruppi di ‘ndrangheta che coordinano i rapporti con i narcos di Colombia, Bolivia e altri paesi Centroamericani. Peraltro, se dal versante argentino le istituzioni finanziarie di quel Paese hanno istituito una legislazione antiriciclaggio efficace e collaborano con le nostre forze di polizia, in Uruguay, la legislazione attuale non offre la medesima possibilità, lasciando maglie più larghe alle attività della mafia”.
“Le attività investigative – ha detto il comandante provinciale delle Fiamme gialle, col. Flavio Urbani – hanno permesso il sequestro di 400 chilogrammi di cocaina, 30 chilogrammi di hashish, 15 chili di marijuana, un fucile d’assalto automatico, tre pistole automatiche, un silenziatore e munizioni di vario calibro”.