Reggio Calabria. “Nel 2017 assistiamo a forme di schiavizzazione e di controllo del territorio tali che diventa persino difficile credere che possano essere attuati”. Così il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho,
ha commentato all’ANSA l’operazione dei carabinieri che stamani ha portato al fermo di 116 persone.
“Questa operazione – ha aggiunto – riguarda la pressione esercitata dalla ‘ndrine per accaparrarsi tutti i lavori. Dove
non riuscivano ad averli si infiltravano con subappalti a ditte di mano d’opera o di nolo a caldo e a freddo. E tutto senza che venisse data comunicazione agli organi competenti. E’ successo anche per i lavori al palazzo di giustizia di Locri. Le cosche esercitano una pressione tale che i controlli, se non svolti direttamente sul cantiere, non sarebbero in grado di rilevare le infiltrazioni”.
“In un caso – ancora il procuratore reggino – alcuni imprenditori impegnanti in lavori sulla statale 106 che si rifiutavano di pagare una mazzetta da 80 mila euro, sono stati prelevati e portati al cospetto degli ‘ndranghetisti e poi costretti ad andare a prendere il denaro. E’ un sistema che impone la pressione estorsiva o sotto forma di denaro o con le infiltrazioni negli appalti”.