Cinquantacinque anni di carcere per i cinque indagati nel processo Geenna. È la decisione del collegio giudicante nei confronti le persone indagate per reati connessi a una presunta locale di ‘ndrangheta ad Aosta.

I giudici – presidente Eugenio GramolaMaurizio D’Abrusco e Marco Tornatore a latere – hanno così deciso: 10 anni per Marco Sorbara, consigliere regionale sospeso; altrettanti per Monica Carcea, ex assessore comunale a Saint-Pierre; 11 anni per Nicola Prettico, consigliere comunale ad Aosta sospeso; 11 anche per Alessandro Giachino, dipendente del Casinò di Saint-Vincent; 13 anni per il ristoratore Antonio Raso.

La sentenza, arrivata dopo sette ore di camera di consiglio, ha condannato gli indagati nel procedimento scaturito dall’operazione condotta dalla Dda di Torino e dai carabinieri del reparto operativo di Aosta.

Per gli inquirenti Sorbara e Carcea sono ritenuti colpevoli di concorso esterno in associazione mafiosa, mentre gli altri di associazione mafiosa. Per gli investigatori ci sarebbe un filo che unisce i clan di Aosta con la politica regionale.

Raso era anche imputato per tentato scambio elettorale politico mafioso (per i presunti voti promessi alla vigilia delle comunali del 2015 all’allora candidato sindaco di Aosta Fulvio Centoz – che rifiutò – in cambio di posti di lavoro) e per concorso in scambio elettorale politico mafioso (per le presunte promesse a Sorbara e Carcea di voti alle comunali del 2015 in cambio di informazioni riservate, dalle rispettive giunte, a vantaggio della locale di Aosta).

Lo scorso 17 luglio il processo Geenna con rito abbreviato davanti al gup di Torino si era concluso con la condanna di tutti gli altri 12 imputati.

Dall’indagine è poi scaturita un’altra inchiesta di Dda di Torino e carabinieri di Aosta, Egomnia su un presunto scambio elettorale politico mafioso in occasione delle elezioni regionali della Valle d’Aosta del 2018.

Nella seconda metà del 2019 avevano ricevuto un avviso di garanzia l’allora presidente della Regione Antonio Fosson, due assessori regionali dell’epoca, Laurent Viérin (Turismo e Beni culturali), ex presidente della Regione, e Stefano Borrello (Opere pubbliche), e l’allora consigliere regionale Luca Bianchi.

Le loro dimissioni, nel dicembre 2019, avevano aperto una crisi politica che ha portato ad elezioni anticipate che, a causa del lockdown, sono slittate al 20 e 21 settembre prossimi.

Ammonta a 665 mila euro il risarcimento complessivo alle parti civili stabilito dal tribunale di Aosta nel processo. I cinque imputati dovranno risarcire, in solido tra loro, 150 mila euro alla Regione Valle d’Aosta (rappresentata dall’avvocato Riccardo Jans).

Al Comune di Aosta (avvocato Gianni Maria Saracco) dovranno andare 180 mila euro da Marco Sorbara, Nicola Prettico, Antonio Raso, in solido tra loro, e 35 mila euro da Alessandro Giachino.

Al Comune di Saint-Pierre (avvocato Giulio Calosso) 200 mila euro da Monica Carcea e Raso e 50 mila euro da Prettico e Giachino. All’associazione Libera (avvocato Valentina Sandroni) 50 mila euro da tutti gli imputati. Tutti i risarcimenti ai tre enti pubblici sono stati dichiarati dal tribunale “immediatamente esecutivi”.

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