Per mesi la vicenda degli NCC (noleggio con conducente) è stata al centro del dibattito politico e amministrativo in Calabria. Oggi la Corte Costituzionale mette un punto fermo, accogliendo i conflitti di attribuzione sollevati dalla Regione contro il decreto interministeriale n. 226 del 2024 e le relative circolari attuative.

Con la sentenza n. 163, depositata oggi, la Consulta ha stabilito che “non spetta allo Stato adottare atti che impongono obblighi e divieti agli esercenti il servizio NCC”, quando questi limitano in modo sproporzionato la concorrenza e invadono la sfera di competenza regionale sul trasporto pubblico locale.

La Corte ha bocciato tre punti centrali del decreto:

  • il vincolo dei 20 minuti tra la prenotazione e l’inizio del servizio, giudicato “sproporzionato” e già dichiarato illegittimo in precedenza (sentenza n. 56/2020);
  • il divieto di stipulare contratti di durata tra operatori NCC e soggetti che svolgono anche attività di intermediazione, come hotel o agenzie di viaggio, che limita ingiustificatamente l’autonomia contrattuale;
  • l’obbligo di usare solo l’applicazione informatica ministeriale per il foglio di servizio elettronico, ritenuto lesivo della libertà d’impresa e del principio di neutralità tecnologica.

Secondo la Corte, il decreto statale -nel tentativo di tutelare i taxi e la concorrenza- ha finito per “valicare i limiti della competenza statale”, imponendo regole che toccano l’organizzazione concreta del trasporto pubblico locale, materia di esclusiva competenza regionale.

Un pronunciamento importante, che la Regione Calabria rivendica come una vittoria non solo istituzionale, ma anche di principio: difendere le proprie prerogative e tutelare un settore strategico per la mobilità e l’economia del territorio.

 

Sulla vicenda si è espresso su X Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria e vice segretario nazionale di Forza Italia. che ha sottolineato: “Sugli Ncc la Regione Calabria vince ancora in Corte Costituzionale e si intesta una sacrosanta battaglia liberale. Più concorrenza e più mercato sono concetti che si traducono in più opportunità e più convenienza per i cittadini e per chi vuole fare impresa”.

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