di Francesco Marrapodi
Una data destinata a scolpirsi nella storia dell’enologia italiana e nell’anima della Calabria: nasce il Consorzio del Greco di Bianco DOP, un nuovo baluardo della nostra identità, un atto di amore verso la nostra terra e la cultura contadina. L’annuncio è avvenuto sul prestigioso palcoscenico di Vinitaly Sibari, evento tenutosi il 16/18 luglio, organizzato dalla Regione Calabria – Dipartimento Agricoltura e Arsac, che ha celebrato con orgoglio questo passo epocale.
Un traguardo inseguito per decenni oggi divenuto realtà, sancito dal decreto ufficiale del MASAF del 9 luglio 2025. Il Consorzio nasce con una missione chiara, incisa nel suo statuto: custodire, tramandare e glorificare un patrimonio enologico unico al mondo, il Greco di Bianco DOP. Un vino che non è solo bevanda, ma il racconto liquido e delizioso della nostra civiltà, quasi come il sole imbottigliato, anima profonda della Locride.
Alla guida, il Presidente Umberto Ceratti, affiancato da un cast di produttori tenaci, custodi della tradizione e pionieri del futuro. La loro prima apparizione pubblica, carica di simbolismo e determinazione, è stata proprio a Vinitaly Sibari: terra calabra che celebra sé stessa e le sue eccellenze con fierezza.
Il Greco di Bianco non è solo un vino: è una reliquia del Mediterraneo, un passito sacro che affonda le sue radici in epoche in cui gli dei camminavano tra gli ulivi. Prodotto da un vitigno rarissimo – il Greco Bianco – coltivato esclusivamente a Bianco e Casignana, questo vino è il frutto di una storia millenaria. Le sue origini si perdono nel mito, tra le migrazioni degli antichi naviganti che, solcando il Mare Nostrum, portarono semi e sapienza nelle nostre terre.
Il disciplinare DOP, approvato già nel 1980 dall’Unione Europea, ne tutela la purezza e l’autenticità, imponendo regole ferree e delimitando una zona di produzione d’élite. I grappoli, vendemmiati in avanzata maturazione, vengono lasciati appassire al sole calabrese, su graticci di canna, secondo un rituale che non conosce scorciatoie: solo natura, tempo e sapienza artigianale. Il risultato? Un passito color ambra, carico di poesia: profumi di zagara e miele, di fichi secchi e spezie lontane, di terre antiche e tramonti sul mare Ionio. Un vino che non si beve: si contempla. Insomma una sorta di simbolo della rinascita culturale calabrese. Nel panorama vitivinicolo internazionale, la Calabria si erge ora con voce più chiara e fiera. Il Greco di Bianco DOP, grazie al Consorzio, potrà finalmente trovare il posto che gli spetta: tra le grandi eccellenze mondiali. È un atto di giustizia questo, e di rivendicazione culturale, forse finanche di riscatto popolare. Un po’ come una sorta di dichiarazione d’amore per la nostra terra. È la Calabria che si riappropria del suo destino.
Sono stati i fondatori del Consorzio a credere per primi in questo sogno, uomini e donne che da generazioni coltivano non solo la vite, ma la dignità di un territorio spesso dimenticato, mai domato.
Azienda vinicola Ceratti Pasquale di Ceratti Umberto
Azienda agricola Arangara
Azienda agricola di Latella Flavio
Azienda agricola Beatrice Brancatisano
Azienda agricola Ielasi Ferdinando
Azienda agricola Maria Maisano
Azienda vinicola Ceratti Adolfo
Azienda agricola Maria Baccellieri
Cantine Jelasi Antonio di Jelasi Filippo
Consiglio di Amministrazione
Umberto Ceratti, Presidente
Antonio Nesci, Vicepresidente
Flavio Latella, Consigliere
Beatrice Brancatisano, Consigliere
Ferdinando Maisano, Consigliere