Il porto di Gioia Tauro rappresenta ancora una delle rotte preferite dai trafficanti internazionali di stupefacenti, ma ha perso il primato di scalo privilegiato per l’ingresso della cocaina proveniente dal Sud America cedendo il passo ad altri terminal sul Mediterraneo e a quelli del Nord Europa.

Altro aspetto di rilievo emerso dalle indagini, è rappresentato dal tentativo dei calabresi di pagare i carichi di droga ai referenti sudamericani, in particolare brasiliani, attraverso l’uso di bitcoin, la criptovaluta; operazione non riuscita per l’incapacità dei narcos sudamericani di utilizzare tali strumenti di pagamento innovativi.

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