München. Strabiliante! Il calabrese Pietro Basile canta Gianna e la Germania impazzisce
di Francesco Marrapodi
Monaco di Baviera – C’è una voce capace di accarezzare l’anima come una lieve brezza d’estate, e che riesce a consolare i cuori come il caldo abbraccio dell’infanzia. È la magica voce di Pietro Basile, cantautore italo-tedesco di origini calabresi, che con Gianna sta facendo vibrare le corde più profonde “der deutschen seele”.
La sua Gianna, omaggio dedicato al genio di Rino Gaetano – cantata per metà in tedesco e metà in italiano – ha attraversato i nostri confini per insinuarsi nei cuori di chi la ascolta come una poesia che solo la lingua universale della musica può tradurre.
In Pietro, è ormai noto, arde quel fuoco terreno dove il sole si mescola alla nostalgia, e ogni canto diventa un inno alla vita e alla rinascita. Come lui stesso ha dichiarato in più occasioni, in lui brucia la fiamma della Calabria: terra di sole, scabra e luminosa, dove la bellezza ha il sapore del sale e dell’attesa. Difatti, ogni nota che sgorga dalla sua voce è un battito immortale e ardente, che risuona e riscalda. La sua voce non è soltanto suono: è vento, è respiro, è melodia che si eleva per raggiungere e deliziare i recessi più remoti dell’animo umano.
Una musica che non segue il tempo la sua: lo plasma. E non si piega alle mode: le travolge come un’onda libera. La sua è una necessità – vitale, verrebbe quasi da dire – come la scintilla di un universo cosmico che risponde solo alla sacralità del tempo. Ogni parola che canta è un filo che cuce distanze, ogni melodia un ponte gettato nello stagno delle solitudini. Pietro non canta solo per amore: canta per unire i popoli, per guarire i mali incurabili dell’anima. E forse è davvero così: il suo cammino è cosparso di legami indissolubili e catene di fedeltà a ciò che dà senso pratico alla vita.
Nato a Monaco di Baviera ma figlio della luce e del vento del Sud, oggi si muove sui social al seguito di 2 milioni di follower circa. Nel 2007 incrocia il destino di Simon Blaze, dando inizio a un viaggio artistico che fonde l’algida compostezza tedesca con la passione viscerale italiana. Il primo successo virale arriva con Scusami, ed è come l’alba di qualcosa di raro: un talento che non chiede permesso, ma si fa strada col passo gentile di chi sa dove vuole arrivare.
Nel tempo, Pietro ha intessuto relazioni d’arte e d’anima con artisti come Sarah Engels, DJ Herzbeat, K-Fly e Luna Farina, creando canzoni sospese tra pop e poesia, tra precisione e istinto, tra sogno e verità. Ogni collaborazione è un frammento d’amore donato al mondo; ogni nota, una parte di sé lasciata a chi ascolta.
Poi arriva Gianna, e il tempo si ferma. Non è una cover: è un sortilegio. Pietro non interpreta Rino Gaetano: lo evoca, lo riaccende, gli presta il cuore. Quel canto diventa rito e rinascita, un’onda che parte dal cuore dell’Europa e torna indietro, fino ai vicoli assolati della Calabria. È un ponte invisibile ma eterno, che unisce Monaco e Crotone, il rigore e la follia, il ricordo e il futuro.
E così, in un mondo ferito da guerre e distanze, in cui l’uomo ha dimenticato la ragione della vita, Pietro Basile ci ricorda che la musica può ancora parlare al cuore; che un’anima nuda può illuminare mille altre; che una voce sincera può rompere il silenzio e trasformarlo in speranza. La sua non è solo una carriera: è un pellegrinaggio verso la bellezza, un canto sacro dedicato alla vita, alle radici, a tutto ciò che di vero ci tiene ancora in piedi. E mentre la sua voce si espande, come vento caldo che attraversa l’inverno dell’anima, resta una certezza incrollabile: la musica che nasce dal cuore è un miracolo senza tempo. Ed è immortale.