intervista a Mons. Francesco Oliva (pubblicata su rivista lions 108ya
di Aristide Bava
Una struttura sanitaria finanziata nove anni addietro con 9.760.00 euro ferma al polo malgrado la pandemia sanitaria e una serie di ospedali dismessi che potrebbero risolvere il problema sanitario calabrese. Gli “angeli custodi” lasciati in balia delle inefficienze strutturali e della mancanza di strumenti tecnologici. La necessità di investire, di più e meglio, per salvaguardare il diritto alla salute. La grande offesa quando si affermano gli interessi privati
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L’intervista con Mons Francesco Oliva, Vescovo della Diocesi Locri- Gerace, inizia all’esterno dell’ ex Ospedale di Siderno dove per molte domeniche un folto gruppo di manifestanti dava vita a Sit In per chiedere l’attivazione della Casa delal salute promessa da oltre 10 anni e con un finanziamento attivo di 9.760.000 euro già dal 2013 fermo al paolo per tutta una serie di impedimenti burocratici misti ad una specie di menefreghismo istituzionale lamentato dalla comunità della Locride per questo e per tanti altri problemi.
Mons. Oliva anche lei qui ?
” Sono qui anch’io – risponde il Vescovo – perchè ritengo che questa importante struttura non può continuare a rimanere dismessa in un momento così delicato in cui la nostra sanità, in tutto il territorio, langue. Bisogna insistere perchè venga utilizzata come sta facendo la popolazione che è certamente encomiabile e bisogna portare avanti questa protesta facendosi sentire dalle sfere di competenza istituzionale”.
Mons. Oliva quando, qual’è, a suo avviso, la situazione sanitaria complessiva?
” Se devo parlare della nostra sanità – precisa – devo dire che sono molto preoccupato. Malgrado il grande servizio che stanno facendo, medici, infermieri e responsabili ospedalieri che in gran parte lavorano con grande abnegazione devo aggiungere che il mondo della sanità è stato abbandonato e superato da interessi che hanno portato allo sfascio sul piano amministrativo e credo che contro questi interessi bisogna aprire gli occhi”.
Cosa fare allora ?
“Bisogna essere vigili anche come cittadini perchè il cittadino non può più chiudere gli occhi quando la sanità, che è un diritto di tutti viene abbandonata e lascia la situazione nelle mani di chi si approfitta”.
Quale può essere il suo ruolo di uomo di Chiesa in questa vicenda ?
“Proprio perchè la salute è un diritto di tutti io sono severo di fronte ad una cattiva gestione della sanità anche se ho grande rispetto per chi opera nel bene e ritengo che queste persone vanno sostenute perchè le risorse ci sono.” Cosa pensa di questa manifestazione ? ” Credo che questa manifestazione sia un piccolo segno. E’ una giusta ribellione cittadina, composta e civile che deve continuare sino a quando non si avranno risposte precise”.
Quale consiglio può dare a questa gente ?
” Non arrendersi; continuare a farsi sentire per capire le ragioni per cui strutture come questa aperta anche con le risorse dei cittadini non vengano più utilizzate. Sono cose che il cittadino non può tollerare”.
Poi su specifica domanda il suo impegno a seguire molto da vicino la situazione
” Anche se non potrò essere presente a tutte le manifestazioni che verranno organizzate per difendere il diritto alla salute e chiedere il rispetto degli impegni finalizzati a migliorare il sistema sanitario del territorio voglio che si sappia che io, con il cuore e con il pensiero sono assieme alla comunità della Locride per condividere questa battaglia che è, e rimane, una giustificata battaglia sociale in difesa del diritto alla salute che rimane un diritto inalienabile di ogni cittadino”.
Un Vescovo coraggio,dunque, che , poi, alle parole ha fatto seguire i fatti perchè il 24 gennaio, nell’ottava domenica di protesta della comunità della Locride ha voluto dire una S. Messa all’esterno dello stesso ex ospedale per lanciare il suo grido di dolore e richiamare in maniera forte le necessità sanitarie non solo del territorio della Locride ma dell’intera Calabria. Lo ha fatto con un messaggio forte e significativo, indirizzato ai manifestanti che si sono ancora una volta radunati davanti all’ex ospedale di Siderno per chiedere l’attivazione della Casa della salute a nove anni dalla concessione di un finanziamento di 9.760.000 di euro non ancora utilizzato, ma anche, e soprattutto, agli organismi istituzionali Un messaggio, infatti, che è andato oltre al semplice richiamo alla necessità della Casa della salute. Mons Oliva ha testualmente affermato ” i problemi non sono solo della gente della Locride e della Piana ma interessano tutta la Calabria e sia chiaro, non ci interessiamo di sanità per una questione politica; guai se si politicizzasse la sanità. Guai a far entrare in essa interessi esterni. Sappiano che la nostra Locride, la Piana, l’intera Calabria, stanno soffrendo a causa dell’espandersi del contagio. E per questo motivo – ha detto rivolgendosi alla gente – che insieme a tutti voi desidero richiamare l’attenzione delle Istituzioni chiedendo che questa struttura sanitaria e tutte le altre strutture sanitarie dismesse possano recuperare quel ruolo importante per il quale sono state edificate. Non sta a me, e non mi sento capace – ha aggiunto il presule – indicare la soluzione a così grande problema ma condivido il vostro impegno nel chiedere a gran voce il rispetto al diritto della salute”. Poi un preciso riferimento agli operatori sanitari definiti “angeli custodi” e l’appello che “non vengano lasciati soli , senza strutture sanitarie e tecnologie adeguate” con il richiamo alla necessità che ” occorre investire di più in sanità” suffragato dalla considerazione che “lo esige il valore fondamentale della salute” e che ” ci sentiamo offesi quando si specula sulla sanità o si cercano di affermare interessi privati e si sprecano risorse ad essa destinate”. Un discorso forte, dicevamo, fatto, come lui stesso ha precisato, a nome di tutta la comunità diocesana della Locride. Ha messo in evidenza la “fragilità del territorio” e la necessità di una “grande sfida” per ricapitolarizzare al meglio le risorse aggiungendo testualmente ” Siamo qui per dire a voce alta che la organizzazione della sanità nella Locride e in Calabria ci interessa, e come cittadini non intendiamo arrenderci . La nostra comunità non accetta di essere considerata terra perduta e irrecuperabile o periferia abbandonata. Ha il diritto di avere una politica sanitaria attenta e rispettosa dei bisogni di cura. Non ci sentiamo cittadini di serie B – ha esclamato – ; il problema , lo sappiamo tutti non è solo l’ Ospedale di Locri. E’ tutta la sanità del territorio che ci preoccupa e merita attenzione. In questo contesto -ha detto facendo riferimento all’ex ospedale di Siderno – anche questa struttura sanitaria può fare la sua parte. Come Chiesa condividiamo questa vostra istanza , ci sentiamo partecipi di questo problema e intendiamo far sentire la nostra voce oggi e non solo oggi”. La presenza a Siderno di Mons. Oliva era già stata annunciata da parecchi giorni . Il Vescovo per l’occasione ha tenuto una S. Messa proprio all’esterno dell’ ex Ospedale, sotto un gazebo, nel vasto piazzale dove erano stati finanche predisposti i segni di distanziamento per i cittadini e con un perfetto servizio d’ordine al cospetto di molta gente, presente anche la presidente della Commissione straordinaria del Comune Maria Stefania Caracciolo. Forte anche il suo intervento finale prima della S. Messa, ” bisogna uscire dalla politica del tornaconto personale; sul malato e sulla sofferenza umana non si specula”. In chiusura la considerazione che “nella nostra società occorre rivedere molte scelte sbagliate” e l’invito alla comunità di ” non arrendersi e continuare a manifestare con coraggio”. Dalla Chiesa, dunque, un preciso monito su un problema , quello della sanità, che riguarda tutto il nostro Paese e non può avere, in ogni caso, cittadini di serie A e di seria B. Arriva da una piccola zona della Calabria grazie ad un Vescovo coraggio, attento ai problemi del suo territorio e ci piace evidenziarlo perchè, come Lions, ci sentiamo molto vicini a lui e alle sue considerazioni e siamo pronti unitamente ai nostri clubs a metterci al suo fianco nella difficile ma necessaria battaglia per l’affermazione dei sacrosanti diritti sociali della gente troppo spesso calpestati.