Nella giornata nazionale dedicata alla violenza sulle donne e al femminicidio, riteniamo sia importante riflettere sulla gravità di quelle situazioni di pericolo o maltrattamenti che potrebbero affliggere le persone a noi care, i nostri conoscenti o i semplici vicini di casa.
Sebbene vi siano delle norme predisposte dal legislatore, a nostro avviso, il ruolo più fondamentale e pregnante può essere svolto da tutti noi, dall’intera comunità.
La questione principale riteniamo sia insita non solo nel sanzionare le violenze con pene severe, che certamente è dovuto e necessario, ma anche e soprattutto nell’attivarci, tutti, nel cercare di prevenire ed evitare tutte quelle situazioni di pericolo aiutando tutte coloro le quali sono vittime di violenze fisiche e psicologiche.
Quella violenza che viene esercitata sistematicamente sulle donne con lo scopo di sottometterle attraverso l’annientamento della loro identità, della loro personalità e libertà.
Riteniamo sia necessario adoperarsi affinché si assistano e si aiutino le donne che sono vittime di quell’assoggettamento fisico e psicologico che le porta ad una sorta di schiavitù e, nei casi come quello di Mary Cirillo, alla morte.
Parliamo di un aiuto che non può essere codificato dal legislatore ma, deve venire dalle persone vicine, amici o conoscenti poiché, la prevenzione e la sottrazione delle donne alle continue vessazioni e sottomissioni, può avvenire solo facendo capire alle medesime le conseguenze dannose e pericolose alle quali vanno in contro.
Difatti, la problematica principale è quella di sottrarre la donna a quella forma di oppressione che quasi le porta ad accettare le situazioni di sottomissione che si trovano a vivere.
Forse la cosa più difficile, per come è accaduto alla giovane Mary Cirillo, è quella di far capire alle donne sottomesse che, la situazione che si trovano a vivere non è normale e non devono accettarla.
Dobbiamo aiutarle ad allontanarsi da quel compagno o uomo che le denigra e disprezza.
Da quella persona che nel maltrattarle, magari, riesce a fare una tale pressione psicologica nella donna che accetta tutto quanto subisce come se fosse legittimo e normale in un rapporto di coppia.
La cosa più importante e necessaria, è quella di far capire alla donna che un rapporto nel quale prevalgono maltrattamenti e pressioni psicologiche non è normale, non è un rapporto sano ma, è il chiaro segno che nella persona che hanno accanto, c’è un qualcosa di malvagio che può sfociare in eventi drammatici ed irrimediabili come nel caso di Mary Cirillo.
Le leggi certamente aiutano ma  da sole non basteranno, è solo attraverso una grande sensibilizzazione della problematica che, le “donne vittima” come Mary Cirillo, potranno trovare la forza di denunciare e reagire, trovando conforto nelle persone a loro vicine.
Certamente pene esemplari come quella dell’ergastolo, emessa nei confronti di Pilato Giuseppe, possono fungere da strumento dissuasore ma, l’attenzione riteniamo debba essere posta anche e soprattutto sulla sensibilizzazione e prevenzione dando il necessario conforto e aiuto a quelle donne che non hanno il coraggio di reagire.
Noi prima di tutti dobbiamo essere vicini a tutte quelle donne vittime di soprusi.
Le donne come gli uomini devono capire che ogni partener non deve scaricare nell’altro le proprie frustrazioni.
Il partner dovrebbe essere la persona nella quale troviamo la consolazione di ogni disperazione, con il semplice vivere insieme e non la vittima di violenze e soprusi.
Ringraziamo per l’attenzione.
Gli avvocati della famiglia  Cirillo
Maria Roccisano, Domenico Leone, Marco Ruga, Marcello Manna e Michele Franzese

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