Due commercialisti milanesi sono stati condannati a 1 anno e 6 mesi e a 1 anno e 4 mesi di carcere per una truffa ai danni dell’Inps che sarebbe stata commessa attraverso fittizie assunzioni seguite da fittizi licenziamenti, con lo scopo di far ottenere a chi in realtà non aveva mai prestato alcuna attività lavorativa l’indennità di disoccupazione. Indennità di cui i professionisti trattenevano una parte.

A deciderlo è stata stamane la quarta sezione del Tribunale di Milano che li ha condannati anche al pagamento delle spese processuali. Il collegio ha inoltre dichiarato molte prescrizioni e ha assolto alcuni imputati.

La vicenda, al centro delle indagini del pool truffe della procura è venuta galla in modo casuale per via di una denuncia presentata a Varese.

In particolare, secondo la ricostruzione, le persone assunte e licenziate fittiziamente da società inattive con sede nel capoluogo lombardo, sono state una quindicina, tutte residenti stabilmente in Calabria, tra Locri e San Luca, comuni da cui non si sarebbero mai mossi.

Il denaro percepito ingiustamente dai lavoratori ‘fantasma’, per un totale di qualche milione di euro, sarebbe stato poi accreditato su carte ricaricabili. Nonostante tutti gli episodi, eccetto uno, siano andati in prescrizione, l’indagine, come è stato riferito, ha consentito di squarciare il velo su un sistema “diffuso”. L’episodio per cui oggi è stata emessa sentenza nei confronti dei due commercialisti riguarda una truffa da circa 18 mila e 200 euro ai danni dell’Istituto Nazionale di Previdenza, che è parte offesa.

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