Precisazioni da aggiungere ai verbali sedute precedenti.

Delibera 52 – approvazione variazione di bilancio n.3

Il consigliere Mesiti evidenzia di aver formulato la perplessità relativa alla costruzione di una caserma non perchè contrario “al mantenimento di certi presidi” (anzi!) ma “come auspicio a favore della coerenza tra dicasteri non sempre ben esercitata in passato, essendo sotto gli occhi di tutti, la maggiore prodigalità dell’Esecutivo nazionale nel concedere finanziamenti quando si tratta di investimenti in piccole o grandi opere strutturali e la crescente parsimonia quando si tratta di sovvenzionare il comparto sicurezza, considerati, da ultimo, gli ingenti tagli per quasi mezzo miliardo di euro che, nella proposta di legge di stabilità 2016 vigente al momento della passata seduta consiliare, avrebbe reso ulteriormente difficile, ostico e insicuro il duro lavoro del personale che presiede alla sicurezza del Paese.” Come precisato, a seguito di richiesta da parte dell’assessore Napoli, il senso dell’intervento era proprio quello di “ribadire, anche in sede comunale, la necessità di maggiore vigilanza per una auspicata conferma – non solo a parole – dell’aumento di unità di CC (da 4 a 14) e maggiore coerenza tra gli investimenti nelle strutture in cemento e quella sul personale e sull’adeguatezza ed efficienza dei beni strumentali a loro disposizione, proprio per evitare i tristi effetti da “cattedrale del deserto” derivanti dalla poca congruenza e coordinamento esercitata nel passato, in merito, tra diversi dicasteri”.

Il consigliere Mesiti chiede che le medesime, predette considerazioni e precisazioni vengano aggiunte anche al suo intervento (gemello) riportato al successivo punto (delibera n.53/2015).

Tali precisazioni sono importanti in quanto, in un successivo intervento, la persona fisica che rappresenta l’Ente, mistificando il senso delle mie parole e lo scopo del mio intervento ha – non per la prima volta, in verità, in questo consesso –  effettuato allusione relativa al fatto che il mio parlare in merito alla questione costituisse “ammiccamento alla criminalità organizzata”.

Anche nella successiva delibera n.54 ci sono dei dettagli di intervento sfuggiti e che il consigliere Mesiti ritiene importanti.

Relativamente al primo intervento riportato, il consigliere ha specificato che l’esistenza di ulteriore, non trascurabile ostacolo all’alienazione del bene immobile (terreno) di Via Brigida Postorino consistente nell’esistenza di impianto fognario sottostante gli è stato riferito proprio “da abitanti delle cooperative prospicenti”. La precisazione è importante perchè – per come fattomi notare in seguito da qualche cittadino presente in sala – nell’intervento di replica, il Primo Cittadino, perdendo l’occasione di fare un mea culpa per la superficialità con cui la sua Giunta si è apprestata a disporre e far disporre al Consiglio la vendita di quel bene, stizzito, ha commentato incidentalmente la notizia da me riportata (e conosciuta come frutto di accurato sopralluogo e confronto con gli abitanti delle case adiacenti) affermando che il consigliere Mesiti: “deve averlo appreso in qualche conciliabolo”.

Sempre per ragioni analoghe, vengo alla precisazione sul secondo, successivo intervento da me effettuato in delibera n.54.  Il verbale non riporta fedelmente e dettagliatamente il contenuto delle dichiarazioni e dei rilievi mossi da me, chiedo, pertanto che venga allegato quanto da me effettivamente dichiarato e, nello specifico, il senso della contestazione relativa alle discrasie tra relazioni tecniche di stima (stato di consistenza) succedutesi nel giro di pochi mesi (5 agosto 2015; 12 ottobre 2015) sull’alienanda Scuola Elementare di Drusù. Infatti, “se anche potesse giustificarsi in un bene, (che non è un complesso industriale o un isolato ma) che è un edificio dell’ordine di poche centinaia di metri quadri, un errore di misurazione/valutazione su un criterio logico-matematico di quasi 90 metri quadri (la prima relazione parla di 185, la seconda di 272 mq: circa il 30% in più di superficie) di fabbricato (mentre il terreno rimane di 750 mq in entrambe le relazioni), non si comprendono le ragioni del successivo ritocco del criterio discrezionale relativo alla percentuale di abbattimento del prezzo in relazione allo stato di vetustà del bene. Segnatamente, mentre nella prima relazione di agosto, a seguito dello stato di “rovina” del fabbricato (ritenuto di 185 mq)  si propendeva per l’abbattimento del prezzo del 40%, nella relazione di ottobre, sempre per lo stato di “rovina” dello stesso fabbricato (ora di 272 mq: quindi, con 87 mq in più) si abbonava discrezionalmente un ulteriore abbattimento del prezzo del 20% (per un complessivo 60%). In pratica, pur variando in melius di circa il 30% un presupposto di ordine logico-matematico (scienze certe), attraverso la variazione di un criterio discrezionale (ma sempre basato sulla medesima considerazione di bene “in rovina”), il prezzo finale, rimane pressoché analogo, anzi: anziché salire, scende (considerando il fatto che da 65.100,00, si passa a 64.330,00 euro)!”.

Per le predette illogicità, il consigliere Mesiti aggiungeva che non riusciva a spiegarsi le ragioni per cui quel prezzo fosse sostanzialmente anelastico, nonostante il cospicuo variare del primo criterio e aggiungeva – lo ricorda bene oggi come ieri – in forma interrogativa (e retorica), rivolto al plurale all’intera maggioranza, un: “mica lo avete concordato con qualche potenziale acquirente?!”. A quel punto, il consigliere è stato bruscamente interrotto da una serie compulsiva di insulti gridati ad altissima voce (“Sei un buffone, sei solamente un buffone. Vergogna! Buffone! Buffone! Buffone!…”) rivolti alla sua persona da parte dal Primo Cittadino che – sebbene vada ringraziato per non essersi anche stracciato le vesti (come qualche fulgido esempio di “primo cittadino” di altri tempi) – non ha tuttavia dato risposta alle predette censure, logico-giuridiche prima che politiche.

Per tali ragioni, il consigliere Mesiti, non ha semplicemente “auspicato” (come erroneamente inserito in verbale) bensì, espressamente “chiesto che il suo intervento e le due relazioni tecniche citate e censurate come viziate da illogicità e irragionevolezza, fossero trasmesse alla Corte dei conti per i rilievi del caso”.

Il consigliere Mesiti, chiede, pertanto che le delibere sopra indicate siano integrate e rettificate mediante l’aggiunta delle dichiarazioni sopra riportate.

ASSESTAMENTO BILANCIO

Guardando la relazione del revisore dei conti nel bilancio di previsione, nella sezione relativa alla verifica attendibilità e congruità delle previsioni per l’anno 2015, a pag. 25, si scorge che, in ordine alle entrate correnti di natura tributaria, per come già evidenziato dal sottoscritto con intervento in sede di approvazione del bilancio 2015, vi è un’anomala previsione di entrata a titolo di “recupero evasione ICI” anni pregressi di  € 916.782,77 a fronte di rendiconti 2013 e 2014, rispettivamente, di € 415.161,66 e 321.655,10 vi sono voci relative a presunte entrate su tributi relativi ad anni pregressi. Sempre in detta pagina si prevede un incasso di: “ICI anni precedenti”  per € 341.316,66; “ICIAP anni precedenti” per € 4.000,00 euro. Nella successiva pagina 27 della relazione del revisore sul bilancio di previsione 2015, in ordine alle risorse relative al recupero dell’evasione tributaria, dopo aver riportato in tabella il predetto importo di € 916.782,77 (in iperbolico rapporto del 285,02 % rispetto al consuntivo 2014), il revisore, dopo aver evidenziato che trattasi di “avvisi di accertamento relativi ad anni precedenti da emettere nell’anno 2015 la cui attività di accertamento è stata affidata ad apposita società con gara ad evidenza pubblica”, raccomanda l’incentivazione dell’attività di controllo anche sugli altri tributi, monitorando costantemente la gestione dei residui, attivandosi con ogni strumento possibile per accelerare la relativa riscossione mettendo eventualmente anche in mora il concessionario. Sempre in relazione alla predetta voce (oltre che alla previsione di incasso di € 400,000,00 a titolo di sanzioni per contra  enzione al CDS), a pag. 50 della predetta relazione, il revisore invitava ad “effettuare le opportune verifiche e monitoraggi entro il 31 ottobre c.a. Al fine di poter intervenire con opportune variazioni in caso di pericolo per gli equilibri finanziari”.

Orbene, queste voci, che aiutano a far quadrare un bilancio che, altrimenti, sarebbe stato sbilanciato, non è chiaro, in sede di assestamento, se risultano incassate. Posto che siamo a novembre, e manca un solo mese, alla chiusura dell’esercizio, o si dà una dimostrazione di quasi totale incasso o si deve dimostrare di aver effettuato i ruoli coattivi, altrimenti non si comprende come mai quel cospicuo importo è allo stato mantenuto in bilancio.

Non ci risulta l’esistenza di una specifica attestazione dell’ufficio competente  relativa al recupero o  emissione di ruoli coattivi in relazione al predetto importo di recupero evasione ICI anni precedenti. Nè varrebbe una semplice previsione del tipo: riusciremo da qui a fine anno a recuperare. Siccome manca un solo mese alla fine dell’esercizio, non è verosimile che un’amministrazione recuperi l’importo. Se non esiste una delle due opzioni, le relative previsioni di incasso vanno eliminate. Siamo in fase di assestamento, c’è la possibilità di limare questa previsione sovrabbondante (anche alla luce dell’assestato degli anni precedenti). Ove ciò non venga fatto, si starebbe forzando il bilancio. Nella nuova delibera, gli uffici danno atto delle maggiori entrate e le minori spese. Se omettono di riferire di un assestamento di queste voci commettono una forzatura, quindi bisogna invitare a rivedere questo fatto.

Tra l’altro, e il rilievo non è di poco conto, non vorremmo che il credito contenuto in quell’eccesso di avvisi “pazzi” (circa 1.300!) notificati ai contribuenti negli scorsi mesi, relativi proprio ai pagamenti ICI effettuati per gli esercizi 2009-2011 con F24, poi, per ammissione dell’Ente, riconosciuti come infondati ed annullati in autotela (come da manifesto pubblico ancora presente sul sito istituzionale dell’Ente) fosse a tutti gli effetti computato nella predetta voce di recupero ICI (che coincide in tutto e per tutto nell’oggetto e contenuto), anche perchè  la mancata riduzione della previsione di entrata di queste poste, farebbe sì che, quando ci si troverà ad approvare il consuntivo del prossimo anno, sarà determinato un avanzo di amministrazione che non sarà attendibile in quanto derivante, rebus sic stantibus, da un buco e non da entrate (riscosse o inserite in ruolo coattivo).

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