Glielo ha già chiesto Zingaretti ed il persistere in una spasmodica ed estenuante resistenza dai toni personalistici e leaderistici non è affatto conforme ai principi del partito democratico.

La mia soggettività istituzionale e politica mi consente di partecipare con piena responsabilità ed autentica libertà al dibattito apertosi nel partito a poco piu di 60 giorni dal voto per le elezioni regionali, ormai fuori quasi un tempo massimo per le decisioni che un grande partito deve assumere avendo come orizzonte politico sempre e solo l’interesse della collettività.

Il PD in Calabria ha spesso avuto bisogno di un supplemento di impegno che non si può ridurre ad una semplice contrapposizione di forze da una parte e dall’altra: prima di tutto ci sono il partito, gli elettori, gli iscritti.
Per questo apprezzo sempre e comunque l’esercizio della critica politica a patto che questa non trascenda assumendo forme e toni di intimidazione o quasi minaccia nei confronti di quanti intendiamo partecipare ad una riflessione pacata, seria e approfondita.
Questo è per me il senso di appartenenza al partito democratico.

Essere d’accordo, in questo momento difficile, con il partito nazionale che ha detto da molti mesi che Oliverio non può essere il candidato alla Regione, invitandolo a collaborare in tal senso, non significa nutrire rancori o essere eteroguidati, Oliverio, tra l’altro, è un dirigente di partito di lungo corso con il quale non ho mai avuto però occasione di condividere impegni elettivi o politici.

Ho, certo, un preciso giudizio politico negativo sul suo governo della Regione che sta giungendo al termine per i metodi non condivisibili accertati con elementi documentali in taluni delicatissimi settori di spesa in cui ha ecceduto dai suoi poteri e prerogative.

Penso che sia doveroso per Oliverio fare una profonda autocritica ed il conseguente passo di lato che Zingaretti gli ha chiesto da molto tempo.

Arroccarsi su una ostinata quanto inutile difesa degna di miglior causa, che ha assunto esasperati toni personalistici e leaderistici, non è consono – insisto e lo sottolineo – al modello politico del partito democratico. In tal modo, vengono fuorviati e demotivati tanti giovani e bravi dirigenti che potrebbero essere una grande risorsa e vengono allontanati dirigenti che neanche più partecipano agli organismi, come l’altra sera a Crotone.

Quando in un partito, ai livelli territoriali, non si vuole fare esercitare il dissenso democratico confondendolo ad arte con la diffamazione se non ci si allinea a documenti a candidature inadeguate allora la situazione è davvero molto grave.

Non si possono raccontare fatti che riguardano la politica in modo non coerente con la verità a cittadini, elettori, giovani dirigenti di partito.

Far passare una decisione della Cassazione sulla sola esigenza di misura cautelare ad Oliverio come un “parere”(sic!) sulla sua innocenza è un modo palesemente surrettizio di raccontare i fatti. Oliverio, allo stato, è accusato dalla Procura della Repubblica di Catanzaro che ne ha chiesto già il rinvio a giudizio per gravi delitti contro la pubblica amministrazione. Sono questi fatti processuali incontestabili non invenzioni o diffamazione.
Desidero rivolgere, ancora una volta, ai compagni del PD di Crotone l’invito ad evitare sterili tifoserie e riflettere sui fatti, documentandosi veramente, perché dobbiamo lavorare insieme per un grande PD.
Ritengo che i toni usati contro di me – solo perché faccio quello che ritengo il mio dovere come donna politica – sono altamente lesivi non già della mia persona, ma dell’immagine del partito democratico e disorientano i cittadini che non si attendono guerre tribali, ma una nuova pagina politica fatta di dialogo, sincerità, onesta e fiducia.

Comunque non è la prima volta che sono oggetto di avversione ed ostilità negli organismi di partito perché non rinuncio ad adempiere al mio mandato di dirigente. Ricordo che alcuni episodi furono filmati dalla trasmissione televisiva “Perfidia” presente ai lavori e andarono in onda in Calabria per diversi giorni. Avendo come stella polare l’interesse pubblico, ritengo che tutto. il resto cozza con le finalità di un grande partito come il pd.

L’attacco alla mia persona è altamente diseducativo verso quanti guardano al partito, non perché mi chiamo Marilina Intrieri, ma per quel pezzo di storia politica che rappresento ed ho rappresentato in periodi ben precisi, in Calabria, anche recenti, che mi hanno visto difendere sulle posizioni di sempre, quelle della legalità, un sistema democratico in alcune fasi sotto attacco del malaffare, della ‘ndrangheta e di altri poteri organizzati.
Marilina Intrieri