Giairo, uno dei capi religiosi di Cafarnao, si avvicina a Gesù per chiedergli la guarigione della FIGLIA. Probabilmente lo conosce e lo stima per averlo visto e udito nella sinagoga. Pensa sia l’unico che possa salvare sua figlia. Per questo rivolge a Gesù una PREGHIERA umile e sincera, come le grida di tanti disperati di questo mondo che però trovano pochi disposti ad ascoltarle. Il Signore ascolta Giairo e subito si incammina con lui verso casa: Egli non è sordo alle preghiere di chi lo invoca. Gesù sa bene di essere più forte della MORTE.
Neppure la morte può resistere all’amore di Gesù. I suoi gesti sono semplici, pieni di umanità e di tenerezza: si apparta con i genitori della bambina, la prende per mano, come nell’icona della risurrezione prende per mano Adamo ed Eva, e la riconsegna alla VITA.
Durante il cammino verso la casa di Giairo, Marco inserisce un’altra PREGHIERA semplice, anzi silenziosa, di una povera ed umile donna. Costei sembra avere una fiducia in Gesù ancora più disarmante di quella di Giairo, uomo in vista e ben conosciuto a Cafarnao. Lei, una donna umile e sconosciuta, neppure osa rivolgere la parola a Gesù. Ma anche lei, come Giairo, CREDE che Gesù possa guarirla; pensa sia sufficiente anche solo toccare il lembo del mantello di quell’uomo buono. E così accade. Nessuno si accorge di nulla. Solo Gesù, ed ovviamente la donna, sanno quanto è avvenuto. Gesù si accorge di ogni richiesta, perché conosce il bisogno di quella donna e di ciascuno.
I due miracoli ci mostrano la grande FEDE di questi due protagonisti che Gesù vuole premiare. Inoltre mostrano la potenza sovrana di Gesù sulla malattia e sulla morte, e il suo grande amore verso le infermità e debolezze umane. La fede ci assicura che la morte è soltanto un sonno che ci conduce a un’alba di risurrezione. Gesù è il Signore della VITA, che ama la vita. Come Gesù anche noi dobbiamo essere amanti della VITA, lottando contro ogni forma di degrado, impegnandoci a tutti i livelli perché la vita nostra e quella degli altri sia dignitosa e vissuta pienamente, essendo pronti anche a donarla, nella ferma speranza che la vita attuale avrà un futuro nella pienezza di comunione con Dio, nella gloria del suo Regno.
d. Enzo Ruggiero
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