La Corte d’Appello di Brescia ha rigettato il ricorso al decreto di sequestro e confisca emesso, nel 2019, nei confronti degli eredi di Antonio Monaco, originario della provincia di Cosenza ma da anni residente a Ponteranica (BG), deceduto nel maggio 2017.
L’originario provvedimento, emesso su proposta del Direttore della DIA, era scaturito da indagini svolte dalla Sezione Operativa DIA di Brescia e coordinate dalla locale DDA, che acclararono la sua pericolosità sociale, derivata dall’elevato numero di condanne riportate fin dagli anni ’70 per i reati di associazione per delinquere finalizza alla commissione di reati tributari, truffa e spaccio di sostanze stupefacenti, nonché la netta sproporzione tra i redditi dichiarati (anche dal suo nucleo familiare), rispetto al patrimonio accumulato negli anni, ritenuto il frutto delle attività delittuose commesse. In taluni casi, il patrimonio era stato occultato all’estero e poi fatto rientrare in Italia.
L’odierna confisca riguarda 10 immobili (fra cui 1 villino nel comune di Ponteranica, 2 appartamenti nel comune di Trescore Balneario e 2 nella città di Bergamo), per un valore complessivo stimato in oltre 1 milione di euro.
Nel processo di appello, svoltosi l’8 luglio 2020, le funzioni di pubblico ministero sono state esercitate personalmente dal Procuratore Generale, dott. Guido Rispoli.