AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

e p.c.

PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA

PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

PARLAMENTARI ELETTI IN CALABRIA

SEGRETARIO GENERALE CGIL MAURIZIO LANDINI

SEGRETARIA GENERALE CISL ANNAMARIA FURLAN

SEGRETARIO GENERALE UIL PIERPAOLO BOMBARDIERI

SEGRETARIO GENERALE AGGIUNTO CISL LUIGI SBARRA

MAGNIFICO RETTORE UNIVERSITA’ DELLA CALABRIA PROF. NICOLA LEONE

MAGNIFICO RETTORE UNIVERSITA’ MAGNA GRAECIA PROF. GIOVABATTISTA DE SARRO

MAGNIFICO RETTORE UNIVERSITA’ MEDITERRANEA PROF. SANTO MARCELLO ZIMBONE

MAGNIFICO RETTORE UNIVERSITA’ PER STRANIERI ‘’ DANTE ALIGHIERI’’ PROF. ANTONINO ZUMBO

PRESIDENTE DELLA REGIONE CALABRIA ON. ANTONINO SPIRLI’

AI CONSIGLIERI REGIONALI DELLA CALABRIA

AL PRESIDENTE DELLA CITTA’ METROPOLITANA DI RC

AL PREFETTO DI REGGIO CALABRIA

 

La richiesta della Signora Letizia Moratti – Vice Presidente della Regione Lombardia – di

privilegiare nelle vaccinazioni le Regioni più ricche, è da respingere con decisione perchè offende il ” sacrosanto principio di uguaglianza” principio costituzionale che non si può mettere in discussione. Nel Mezzogiorno d’ Italia e soprattutto nel nostro territorio viviamo una crisi drammatica che qui, la parte più fragile del Paese, morde di più che altrove. Una crisi che è anche culturale e politica, per cui occorre vigilare attentamente affinché non prevalgano nel dibattito pubblico tesi fuorvianti ed inique. 

Non è giusto, peraltro, stravolgere la realtà compiendo un salto logico secondo il quale se oggi un cittadino meridionale ha meno opportunità in termini di sanità, trasporti, istruzione, inclusione sociale, occupazione (e si potrebbe continuare con tanti altri problemi…). 

Noi riteniamo che gli ingenti fondi europei messi a disposizione dell’Italia per contrastare la crisi e favorire meccanismi di ripresa e resilienza (piano Next Generation EU) costituiscono l’occasione per porre fine agli spaventosi divari territoriali che in ogni ambito della vita sociale ed economica caratterizzano il Paese.

 A tal fine: 

Chiediamo che vengano definitivamente rimossi gli ostacoli allo sviluppo dei nostri territori, che si investa di più perché negli ultimi anni gli investimenti pubblici sono diminuiti e sono complessivamente inferiori a quelli indirizzati alle aree forti del Paese (nonostante una narrazione pigra, superficiale e a volte strumentale ci abbia convinto del contrario). 

Chiediamo che una volta stanziate le risorse, gli interventi vengano realizzati effettivamente e in tempi adeguati, perché non serve a niente sbandierare l’ottenimento di fondi se non si utilizzano per produrre i risultati attesi. Nel corso degli ultimi due decenni sono state stanziate risorse pubbliche per lo sviluppo del Mezzogiorno, ma queste risorse non si sono trasformate in risultati per cittadini e imprese perché i fondi vengono sprecati o spesi con notevoli ritardi a causa di un apparato pubblico fortemente sottodimensionato sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo. 

Negli enti locali, in particolare, mancano competenze tecnico specialistiche per attuare tempestivamente i progetti e si assiste con drammatica frequenza a interventi che durano decenni, o che si interrompono appena dopo l’avvio, o addirittura che rimangono sulla carta e non riescono mai a partire. Se la spesa del Recovery Plan deve andare così, a che giova ingaggiare una ridicola guerra contro il Nord per accaparrarsi più risorse? Al Sud abbiamo meno possibilità di curarci, impieghiamo più tempo per raggiungere una scuola, un ospedale o una stazione, le nostre scuole hanno bisogno di notevoli adeguamenti, i giovani e le donne non hanno possibilità di un impiego dignitoso. Non chiediamo risorse in quanto tali, ma piuttosto che questi ostacoli vengano rimossi. 

Chiediamo che lo Stato garantisca la protezione degli investimenti dalle organizzazioni mafiose che, pur nel silenzio e nell’indifferenza generale, hanno raggiunto livelli di penetrazione nei sistemi economici che non lasciano spazio ad alcuna libera iniziativa imprenditoriale. Il nostro auspicio che che di agisca con determinazione e  si agisca con urgenza. Per troppo tempo abbiamo sopportato iniquità che rendono impossibile l’esercizio dei diritti sanciti dalla Costituzione. E’ tempo di agire. 

Confidiamo Sig. Presidente che tenga conto di questo nostro appello che non è, e non vuole essere,una banale richiesta di un aiuto economico isolato e contingente ma piuttosto un’occasione per chiedere di ridare dignità ad una terra rimasta da anni abbandonata e che potrebbe contribuire, invece, per le sue enormi peculiarità, anche, se avesse la possibilità, con un attento programma di potenziamento infrastrutturale, al rilancio del nostro Paese.

Con doverosa osservanza

Mario Diano Presidente del Corsecom