Un po’ di maretta e qualche epurato eccellente. La campagna di tesseramento del Partito Democratico nella Locride, se da una parte ha registrato un leggero incremento di militanti nei diversi circoli sparsi sul territorio, dall’altra ha riaperto vecchie ferite e malumori a dire il vero mai sopiti tra la base e alcuni ormai ex tesserati.  E’ il caso di Locri, dove l’ex consigliere di minoranza Pino Mammoliti ha espresso
tutto il suo disappunto per il mancato rinnovo della tessera, usando toni al vetriolo. «La volontà di fare tutto in modo semi clandestino – ha tuonato il penalista – si lega a un modo diffuso di chiudere le speranze e le aspettative di quanti vogliono iscriversi al partito. Chiediamo – ha proseguito Mammoliti – agli organismi di controllo che si faccia una verifica attenta. Io – ha aggiunto – sono stato escluso per ragioni morali, legate alla mia professione di avvocato delle persone individuate quali mandanti ed esecutori dell’efferato delitto Fortugno». A guidare il circolo locrese dei democrat è Giuseppe Fortugno, figlio del politico ucciso a Locri nel 2005 che, raggiunto telefonicamente, ha preferito glissare sull’argomento manifestando tuttavia soddisfazione per la campagna di tesseramento. «Siamo molto contenti del risultato raggiunto – ha detto– un risultato andato oltre le aspettative». «Umanamente lo comprendo– ha precisato Mammoliti – ma non lo capisco. Lo sbarramento è un pretesto per eliminare
avversari politici che potrebbero intaccare le loro aspirazioni». Situazione analoga a Siderno dove fuori dal Pd è stato sbattuto il presidente del Consiglio comunale Paolo Fragomeni . Alle origini dello strappo la decisione del gruppo consiliare di uscire dalla maggioranza guidata dal sindaco Pietro Fuda. «Non è nelle condizioni di essere iscritto al circolo – ha spiegato il segretario Mariateresa Fragomeni – è assurdo
tesserare un presidente che aderisce al partito del sindaco dove noi siamo all’opposizione. Sarebbe stata – ha aggiunto– una mancanza di rispetto verso gli altri militanti». Dal canto suo Paolo Fragomeni
si adegua ma non capisce la decisione del segretario. «Non può cacciarmi dal Pd – ha affermato – è un’interpretazion arbitraria dello statuto del partito». Nessuna epurazione ma assenze rumorose
al quartier generale del Partito Democratico di Caulonia. Da registrare il rientro tra i tesserati dell’ex assessore provinciale Attilio Tucci, mentre non hanno rinnovato la tessera l’ex assessore e vicesindaco Franco Cagliuso e l’ex primo cittadino Ilario Ammendolia. «Sono in disaccordo su tutto – ha rimarcato Cagliuso – è un partito poco aperto e coinvolgente». Più dura l’analisi dell’ex primo cittadino cauloniese,
contenuta in una breve ma incisa lettera indirizzata al segretario Pd di Caulonia Kety Belcastro. «Contesto un tesseramento clandestino, illegittimo, antidemocratico – si legge nella missiva – ed in
aperto contrasto con il ruolo assegnato ai partiti dalla Costituzione italiana. Non ho alcun interesse di diventare un minuscolo azionista di una spa tesa a tutelare interessi di caste. Un autorevole esponente
della prima Repubblica definiva la politica “sangue e merda”. Il sangue inteso come passione è sparito, non vorrei che restasse solo il secondo termine».
Ilario Balì

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