“U Braseri” era un contenitore metallico circolare dove si accendeva il fuoco e si teneva la brace in casa. Oltre ad essere una figura del raccoglimento, era anche un’immagine della povertà e del calore. Non soltanto del calore fisico ma anche del calore affettivo, umano.

Il braciere rappresentava il punto di incontro della famiglia gioiosana, era questo anche un momento di aggregazione e socializzazione. Si accendeva nella tarda mattinata e serviva a riscaldare l’ambiente più frequentato della casa; di pomeriggio, la massaia, possibilmente con le comari, vi si sedeva attorno per cucire e rammentare calze, camice, pantaloni; più tardi, quando gli uomini tornavano dal lavoro, la famiglia si raccoglieva davanti al braciere il quale diventava una sorta di collante che teneva unita la famiglia per qualche ora. Si parlava e ci si scaldava tutti attorno, i più vecchi raccontavano le loro storie, mentre i giovani a volte ascoltavano attentamente ed a volte giocavano tra loro.

Il braciere veniva preparato all’esterno dell’abitazione, in modo che l’anidride carbonica sviluppata dalla combustione del carbone, non si diffondesse all’interno. Il fuoco veniva alimentato generalmente dai più giovani, per mezzo di un ventaglio, e quando era maturo portato all’interno. La sua posizione era dentro una ruota in legno, appositamente studiata per contenere il braciere, su cui a volte, in presenza di bambini, veniva posta una gabbia in ferro, in modo che i più piccoli non potessero caderci dentro. Con il cucchiaio o la paletta, lasciato sul piede di legno, di tanto in tanto si rinfocolava la brace e poi la si copriva subito di cenere.

In tutta la casa si diffondeva l’odore del carbone di legna misto al profumo di buccia d’arancia o mandarino che, bruciando dentro lo stesso, inebriavano l’atmosfera calda e familiare. In mezzo alla cenere calda del braciere si metteva a cuocere l’uovo: quando incominciava a “sudare” era à la coque…si abbrustoliva il pane, si metteva anche qualche salsiccia avvolta nella carta oleata o nella carta paglia o direttamente sepolto nella cenere.

A mano a mano che rosolava, la salsiccia sprigionava impagabili aromi che inebriavano e facevano venire l’acquolina in bocca a grandi e piccini.

Le vie di Gioiosa Ionica erano piene di bracieri, ogni casa ne aveva uno, prima fuori a maturare, poi dentro a scaldare. Quel piccolo, insignificante, contenitore di rame era capace di riunire intorno a sé l’intera famiglia, l’univa, l’amalgamava, la faceva crescere insieme. Bisognerebbe ritornare a dare un senso alle nostre cene, perché la casa non è un luogo nel quale andare e venire, ma è un punto d’incontro familiare tra figli e genitori ed è un punto nel quale occorre colloquiare per conoscersi. Il braciere ci fa pensare a quei valori che stiamo perdendo e che accorerebbe recuperare.

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