R.e P.

Appartengo ad una storia politica diversa da quella di Matteo Salvini eppure oggi, sentendo le sue parole, ho avvertito una straordinaria sintonia. Certo si tratta, ancora, soltanto di parole, ma erano così diverse da quelle dette nel corso degli ultimi trent’anni dai suoi colleghi e dai suoi predecessori ministeriali, da suscitare immediata empatia con la stragrande maggioranza dei calabresi. Ha parlato di sicurezza, tutela dell’ambiente, ospedale, lavoro e, soprattutto, responsabilità istituzionale e democrazia.
Democrazia da ripristinare in modo immediato a San Luca attraverso l’indizione e non più inibizione “manu militari” di libere elezioni amministrative. In passato la grammatica ministeriale intonava le note della repressione, costruiva confini di legalità senza proporre orizzonti di speranza e solidarietà. Oggi, di leghista erede di Federico Barbarossa, c’era ben poco; il Ministro dell’Interno ha rappresentato il Governo come ben pochi avrebbero potuto e saputo fare meglio.
È stato “sanluchese” tra i cittadini di San Luca, ha ascoltato ed ha parlato con le persone a lungo e molto prima, di riunirsi con i vertici militari.
Ha gemellato Genova e San Luca, legando la speranza e la voglia di riscatto civile che animano in questo momento la Repubblica Marinara ed il Paese che ha dato i natali a Corrado Alvaro.
Ha assunto impegni, raccolto indizi che agli occhi delle telecamere erano invisibili, parlando di lavoro, sicurezza, sanità e di quanto altro non appartiene all’agenda della politica politicante senza usare i toni del politichese e le illusioni e lo stile sciacallo dei falsi professionisti dell’antimafia, stile utilizzato senza vergogna e senza pudore da qualche nostra ex parlamentare e da molti nullafacenti.
Ed è per questo che preferisco Salvini a Saviano, quest’ultimo ha inteso la Calabria ed i suoi aspetti più drammatici come terreno fertile per potenziare, lucrando sulla pelle dei calabresi, guadagni e successo personale; indifferente alle sofferenze della gente e cinicamente disinteressato ad ogni forma di speranza e riscatto sociale e civile.
Se Salvini manterrà anche solo alcune delle promesse fatte, l’intera Calabria gliene sarà grata.
L’uno attratto dal dignitoso appello civile rivolto oggi dal popolo di San Luca a nome di tutti i Calabresi, l’altro, interessato alla esaltazione della esasperazione, senza soluzione di continuità, di un’intera Regione.
A Salvini guardo con ottimismo e speranza, a Saviano guardo con amarezza e disgusto.

Pino Mammoliti