Otto imputati dell’inchiesta “Ecosistema” hanno scelto di essere giudicati in abbreviato, gli altri quindici invece sono stati rinviati a giudizio questo pomeriggio dal gup distrettuale Adriana Trapani. Ad aver scelto di essere giudicati con il rito abbreviato sono stati il consigliere regionale Francesco Cannizzaro, il sindaco di Palizzi Walter Scerbo, l’ex consigliere regionale Pasquale Tripodi, il sindaco di Motta San Giovanni, Paolo Laganà, e poi Angelo e Natale Paviglianiti, l’assessore di Brancaleone, Domenico Giuseppe Marino, ed infine il collaboratore di giustizia Salvatore Aiello. Per loro il processo è stato aggiornato al 29 giugno quando il gup deciderà o meno se accordare l’istanza avanzata dai difensori di Natale Paviglianiti in rifermento alla riunificazione di questo processo a quello scaturito dall’inchiesta “Nexum” essendo Paviglianiti coinvolto in entrambe. Il dibattimento invece, inizierà il 19 luglio dinnanzi al Tribunale collegiale reggino. L’operazione “Ecosistema”, condotta dai Carabinieri reggini, su coordinamento dei pm Antonio De Bernardo, Luca Miceli e Antonella Crisafulli, è scattata il sette dicembre dello scorso anno. In manette, e ai domiciliari, finirono non solo presunti esponenti dei clan Iamonte di Melito Porto Salvo e Paviglianiti, di San Lorenzo e Bagaladi, ma anche il sindaco di Bova Marina, Vincenzo Rosario Crupi, il vicesindaco di Brancaleone, Giuseppe Abenavoli, l’ex sindaco melitese, Giuseppe Iaria (già imputato per ‘ndrangheta nel processo “Ada-Sipario), gli assessori di Brancaleone, Domenico Giuseppe Marino e Alfredo Zappia, l’ex dirigente dell’ufficio tecnico melitese, Francesco Maisano e il dirigente della Provincia, Carmelo Barbaro. Tra gli indagati a piede libero ci furono poi, il consigliere regionale Francesco Cannizzaro e l’ex consigliere Pasquale Maria Tripodi, accusati di corruzione elettorale aggravata dall’aver agevolato la ‘ndrangheta, Paolo Laganà, sindaco di Motta San Giovanni, indagato per corruzione. Stessa accusa per l’attuale primo cittadino di Palizzi, Walter Arturo Scerbo. Una vera e propria bufera giudiziaria ha travolto, ancora una volta, i maggiori centri dell’area grecanica del reggino e ancora una volta il comune denominatore è uno solo: la ‘ndrangheta. In tutto, su ordine del gip distrettuale Karin Catalano, furono cinque le persone finite in carcere, 9 agli arresti domiciliari, mentre quattro furono gli avvisi di garanzia spediti nello specifico a Cannizzaro, Tripodi, Scerbo e Laganà. Uno dei principali indagati dell’inchiesta “Ecosistema” è l’imprenditore Saro Azzarà, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Azzarà sarà uno degli imputati che verrà giudicato attraverso il dibattimento. La Dda monitorerà l’attività dell’ “Ased”, di Azzarà, l’azienda di raccolta e smaltimento rifiuti, risultata essere vincitrice di molti appalti per i maggiori centri dell’area grecanica. In carcere finì anche Carmelo Ciccone, già amministratore unico della “RA.DI.srl”,, e dell’alto ionio reggino, vincitrice dell’appalto per lo smaltimento rifiuti di San Ferdinando, tramite la “ZETAEMME sas di Maria Rosa Strati”, società che è emerso essere riconducibile a Giuseppe Saverio Zoccoli, altro indagato. Ciccone era stato precedentemente arrestato nell’inchiesta “Casa mia” per estorsione ai danni di Zoccoli. Quando è stato il momento per l’imprenditore di testimoniare in aula, dinnanzi al Tribunale di Palmi presieduto da Carlo Indellicati, quelle che per gli inquirenti erano delle minacce si sono trasformante in semplici “rimproveri”. Il Tribunale di Palmi evidentemente non ha giudicato questo atteggiamento come invece lo ha qualificato la Dda, o non ha reputato sufficienti gli elementi, seppur “palesi”, e prova “regina”, che per l’Antimafia” doveva essere la sua testimonianza, è venuta meno. Per questo Ciccone è stato assolto dall’accusa più grave. Azzarà è accusato anche di una estorsione ai danni di un dipendente. Gli investigatori infatti, grazie alle cimici piazzate nel suo studio hanno sentito in diretta come ad alcuni dipendenti veniva imposto metà del pagamento rispetto a quanto riportato nella busta paga. In buona sostanza o ci si accontentava della metà dello stipendio o si poteva tranquillamente andare a casa: un’estorsione in piena regola per la Dda. Su Azzarà gravano lee dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Aiello (l’ex direttore operativo di Fata Morgana, società che si occupava dello smaltimento dei rifiuti a Reggio Calabria ndr). Aiello, indagato anche lui nell’inchiesta “Ecosistema” ha riferito, ad esempio, che quando si è recato presso l’ufficio di Azzarà ha trovato, seduto sulla poltrona dell’azienda, il boss Carmelo Iamonte. Per gli inquirenti questo episodio è una delle tante prove che paleserebbero la presenza degli Iamonte all’ “Ased”. Tra gli imputati principali anche l’ex sindaco di Bova Marina, Vincenzo Crupi, che sceglie il dibattimento: dopo il suo coinvolgimento nell’inchiesta il Consiglio dei Ministri ha sciolto il Comune per infiltrazioni della ‘ndrangheta.

L’indagine dell’Arma dei Carabinieri ha inoltre monitorato i presunti rapporti intercorsi fra alcuni esponenti politici, alcuni di grande peso, e la criminalità organizzata. La mattina del blitz è stato, ad esempio, lo stesso Cannizzaro a rendere noto la notifica dell’avviso di garanzia a suo carico tramite i social. Gli atti a sostegno dell’accusa nei suoi confronti poi, sono quelli che nel novembre scorso la stessa Dda depositò nel processo, svoltosi con il rito abbreviato, scaturito dall’inchiesta “Ultima spiaggia” che ha visto poi seppellire le cosche mafiose di Bagaladi e San Lorenzo sotto decine e decine di anni di carcere dal gup Filippo Aragona. Dall’informativa depositata dalla Dda nel processo i due candidati sostenuti dal clan sarebbero stati Pasquale Maria Tripodi e Francesco Cannizzaro. Già l’attività investigativa sfociata poi negli arresti sul clan Paviglianiti aveva evidenziato come la cosca nutrisse interesse per le consultazioni regionali calabresi ed avesse sostenuto Pasquale Maria Tripodi che, nel 2010, correva per uno scranno del consiglio regionale tra le fila dell’UDC nella coalizione a sostegno di Giuseppe Scopelliti: stando agli accertamenti dei Carabinieri, Tripodi – attualmente coinvolto anche nell’inchiesta sui rimborsi elettorali del Consiglio Regionale – avrebbe beneficiato della campagna elettorale fattagli da Antonio Mario Scaramozzino, imprenditore edile, vicino alla cosca Paviglianiti. Scaramozzino avrebbe curato la campagna elettorale di Tripodi incaricandosi di raccogliere i voti nell’ambito della famiglia Paviglianiti. Scaramozzino si muove in nome e per conto di Settimo Paviglianiti e il risultato elettorale non tradirà le aspettative di Tripodi e della cosca che lo ha appoggiato, in quanto risulterà eletto ·con 10393 preferenze. Un copione simile si ripete in occasione della tornata elettorale successiva che vede nuovamente Tripodi, candidato nella lista del Centro Democratico a sostegno di Mario Oliverio, chiedere ed ottenere sostegno elettorale dalla cosca Paviglianiti. Le elezioni regionali del 2014 rappresentano l’ennesima conferma della persistente divergenza di opinioni tra Angelo Paviglianiti e Settimo Paviglianiti che, anche a livello regionale, appoggiano candidati differenti.

Ecco la frattura all’interno della famiglia. Dai colloqui registrati all’interno dell’ufficio di Rosario Azzarà si evincerebbe che Angelo Paviglianiti sostenga la candidatura di Francesco Cannizzaro, assessore al Comune di Santo Stefano in Aspromonte e consigliere provinciale con delega al Turismo e Spettacolo alla Provincia di Reggio Calabria e candidato nella lista della Casa delle libertà con Wanda Ferro Presidente, Non è la prima volta che Cannizzaro finisce nelle carte raccolte dalla Dda di Reggio Calabria. Il suo nome, infatti, è ricorrente nell’inchiesta “Alchemia”, curata dai pm Roberto Di Palma e Giulia Pantano sulle attività delle cosche della Piana di Gioia Tauro. In quell’indagine gravissime saranno le risultanze nei confronti del senatore Antonio Caridi, attualmente in carcere, essendo ritenuto uno strumento della cupola segreta della ‘ndrangheta. Ma Cannizzaro, da buon discepolo, è assai presente in quell’indagine: il 10 dicembre 2009, Caridi e il fido Cannizzaro hanno partecipato ad una cena svoltasi a Limbadi, feudo della cosca Mancuso, presso il capannone di Pantaleone Contartese, tra le persone coinvolte nell’indgine “Alchemia”. Tornando ai Paviglianiti, sono ancora una volta le intercettazioni dell’imprenditore Azzarà ad aprire squarci ai Carabinieri. Angelo Paviglianiti, attraverso il figlio Natale David, avrebbe avvicinato Azzarà chiedendo che anch’egli garantisca il sostegno elettorale a Cannizzaro (PAVIGLIANITI: sentitemi una cosa, per ..inc …vi potete impegnato? Niente allora? Perchè ne avevo parlato con un certo Cannizzaro, che è alla Provincia, lui! E si candida pure alle regionali! …inc… ha detto ” parla …inc…parla con il tuo principale – mi ha detto – se vuole vengo e parlo pure io” ha detto…lui è vicesindaco al comune…inc.. a Gambarie e suo padre è sindaco al comune a Laganadi…ha detto ”parliamo – ha detto – se c’è qualcosa che lo…lo posso aiutare – ha detto – non ci sono-problemi…gli ho detto io per la strada … dice che c’è sua cugina nella Provincia…eeeh…per il fatto delle strade …gli ho detto “e vedete di sbloccarla con…- gli ho detto- veramente venite là e vediamo … “; AZZARA ‘: sai che facciamo, facciamo votare a Pasquale Tripodi?; PAVIGLIANITI: ma ormai ho preso impegni, ha “sconsato” (ndr disturbato), è una brava persona questa…) Le elezioni regionali del 2014 rappresentano lo specchio della situazione conflittuale che imperversa in seno alla cosca Paviglianiti dove ad Angelo Paviglianiti, che appoggia Cannizzaro, si contrappone Settimo Paviglianiti che, alla stregua di quanto verificatosi in occasione delle consultazioni regionali del 2010, sostiene Pasquale Maria Tripodi. Sempre parlando con Azzarà, Paviglianiti junior svela come Ciccio Cannizzaro abbia personalmente preso contatti con il padre, Angelo Paviglianiti, chiedendogli sostegno elettorale (PAVIGLIANITI:no, vabbè, glielo dico io, e giustamente voi …io lavoro qui con voi è giusto che…inc…aiuto, aiuto a voi ed aiuto a quella persona perchè il pane me lo state dando voi e non me lo sta dando…; AZZARA ‘:ah?; PAVIGLIANITI:è giusto che se voi appoggiate qualcuno…inc…; AZZARA ‘:cioè, a te chi ti è venuto a trovarti, l’onorevole in persona oppure…?; PAVIGLIANITI:cioè…no 110, lui!; AZZARA’: ah?; PAVIGLIANITI:lui!; AZZARA’: e chi è?; PAVIGLIANITI: Cannizzaro …è anche lui nella Provincia ..di Gambarie è; AZZARA’: …inc…non sono conosciuti…inc…questi portano acqua e basta …questi portano acqua e basta …Pasquale no…Pasquale ce la può fare). Cannizzaro è inequivocabilmente identificato. E che l’attuale consigliere regionale di centrodestra goda del sostegno di Angelo Paviglianiti si evincerebbe in maniera chiara dal colloquio intercorso tra Azzarà e Mangiola nel corso del quale il primo riferisce il contenuto della discussione avuta il 21.11.2014 con Natale David Paviglianiti, figlio di Angelo, e nel corso della quale questi ha riferito della richiesta di sostegno elettorale avanzata dal politico. Paviglianiti è palesemente combattuto tra quanto ordinatogli dal padre e quanto, invece, gli suggerisce di fare Azzarà, suo datore di lavoro, il quale pretende dai suoi dipendenti che esprimano la loro preferenza elettorale per Pasquale Tripodi, che si è appurato godere dell’appoggio dell’ala familiare rappresentata da Settimo Paviglianiti. Azzarà ripercorre la conversazione avuta con Paviglianiti junior (AZZARA ‘: …oppure ho un operaio… Paviglianiti… che gli ho detto “Io non sono… inc…”; MANGIOLA: uh?; AZZARA ‘: “…anzi gli devi dire a tuo padre… (batte la mano sulla scrivania) ‘questo è il mio candidato!’…e quando viene qualcuno la prossima volta…quando viene qualcuno per domandarti qualche cosa, gli devi dire ‘mi dispiace,…inc…principale …). Del differente orientamento politico di Angelo e Settimo Paviglianiti è a conoscenza anche Mangiola che, replicando alle parole di Azzarà che gli ha appena riportato il contenuto del colloquio intercorso con Paviglianiti junior, dimostra di avere inteso chiaramente come Angelo Paviglianiti sostenesse un candidato che non è Tripodi (MANGIOLA: ma loro appoggiano a. .loro appoggiano pure a loro…a Tripodi!… appoggiano pure a Tripodi; AZZARA ‘: ti sto dicendo per quel ragazzo…; MANGIOLA: si si…; AZZARA ‘: inc…ilfiglio; MANGIOLA: si, ho capito; AZZARA ‘: c’è per un altro? Nooo; MANGIOLA: perchè per …suo padre! …ma questi quà, Settimo, quest’altro..) e che, alla luce delle parole proferite dal figlio Natale David, i Carabinieri identificano in Cannizzaro (PAVIGLIANITI: sentitemi una cosa, per …inc … vi potete impegnato? Niente allora? Perchè ne avevo parlato con un certo Cannizzaro, che è alla Provincia, lui! E si candida pure alle regionali! …inc… ha detto ” parla …inc..parla con il tuo principale – mi ha detto – se vuole vengo e parlo pure io” ha detto…lui è vicesindaco al comune…inc.. a Gambarie e suo padre è sindaco al comune a Laganadi…). Nelle conversazioni, infine, entra anche il nome di don Rocco Musolino da Santo Stefano in Aspromonte, ritenuto uno dei capi più carismatici della ‘ndrangheta, ma morto alcuni mesi fa da incensurato. Mangiola lo avrebbe incontrato il giorno stesso a Gambarie di Santo Stefano d’Aspromonte (MANGIOLA: poi sono andato là da coso, a Sant’Eufemia d’Aspromonte …da Rocco uh; AZZARA ‘: uh?; MANGIOLA: sono andato da Rocco, a Sant’Eufemia d’Aspromote però è venuto a Gambarie, è malato lui, ora sta male…ci siamo visti a Gambarie; AZZARA ‘: e chi è?; MANGIOLA: con don Rocco; AZZARA ‘: uh; MANGIOLA: eh ma gli è morta la moglie l’anno scorso…). Delle promesse di voto ottenute nel corso della giornata (ed in particolare di quelle fatte da Azzarà), Palmino Mangiola informa prontamente Tripodi, riferendo di avere incontrato un imprenditore che avrebbe assicurato trecento voti (TRIPODI: Palmino …; MANGIOLA: onorevole; TRIPODI: si bello…; MANGIOLA: allora, vede, io adesso sto rientrando da stamattina …; TRIPODI: addirittura…; MANGIOLA: ho fatto il giro…; TRIPODI …pure tu…ed io ancora sono pure in giro avanti ed indietro…; MANGIOLA: eh!..Pasquale, …inc… ho fatto il giro dalla tirrenica e sto andando dalla ionica…; TRIPODI: addirittura, dimmi Palmino…; MANGIOLA: niente, ci dobbiamo vedere perchè ci sono delle ottime operazioni con alcuni imprenditori ..c’è un imprenditore che ti porta trecento voti…; TRIPODI: addirittura?; MANGIOLA: si…ha sessanta dipendenti, cinque voti ogni dipendente sono trecento voti che ti porta…; TRIPODI: ho capito; MANGIOLA: …e ci dobbiamo vedere per parlare …). Quell’imprenditore sarebbe proprio Saro Azzarà. Sarà lui stesso a rassicurare Tripodi del sostegno. E la conversazione viene captata dalle cimici degli inquirenti. (MANGIOLA: vedi che Saro tiporta trecento… minimo trecento voti…ha sessanta dipendenti come ti avevo detto…; TRIPODI- Palmino, ma vedi che io so le possibilità di Saro…; MANGIOLA: te l’avevo detto quindi…inc…; TRIPODI: …perchè se Saro prende il telefono e fa alcune telefonate…lascia fottere i dipendenti…; MANGIOLA: …è un amico…; TRIPODI: …anche fuori…; MANGIOLA . …è un amico…; TRIPODI: …ha una professionalità che può smuovere alcune cose…; MANGIOLA: Azzarà che è un amico, è per lo sviluppo del territorio: AZZARA’: …inc…di impegnarmi, cioè …inc…questo te lo dico con molta sincerità …vabbò, ma so che lo meriti…; TRIPODI… ah, ti ringrazio; AZZARA’: non mi hai dato niente, non ti ho dato mai niente…però per la tua signorilità, io…; TRIPODI: Saro, io ti conosco come ti conosce Palmino …lascia fottere i dipendenti…; AZZARA’: …inc…con Palmino insomma…inc…; TRIPODI: vabbè, ma voglio dire… i dipendenti lasciali stare…; dipendenti è una cosa già patrimonio tuo…se tu ti metti e prendi il telefono per fare un paio di telefonate…; AZZARA ‘: …per quello che posso …; TRIPODI: eh!). Conversazioni compendiate nell’informativa dei Carabinieri, che concludono così il capitolo politico: “Nella tornata elettorale delle regionali del 2014 il candidato Cannizzaro Francesco verrà eletto consigliere regionale (di minoranza) con 6.109 preferenze. A differenza di quanto verificatosi nel 2010 invece, il responso delle urne non sarà favorevole a Tripodi Pasquale che non conseguirà la sospirata vittoria elettorale: la disfatta del candidato Tripodi si ritiene vada letta alla luce della lotta intestina in corso in seno alla cosca e nella fattispecie tra i fratelli Paviglianiti e che avrebbe determinato una dispersione dei voti”. Adesso tutti sono sotto processo.

Angela Panzera da ildispaccio.it