Nella vasta operazione di polizia volta a colpire la ‘ndrangheta nella provincia torinese, in particolare a Torino e Nichelino, figurano diciassette provvedimenti restrittivi nei confronti di altrettanti soggetti responsabili di traffico di sostanze stupefacenti, usura e intestazione fittizia di beni. Tredici di loro sono stati arrestati su ordine di custodia cautelare. Nell’operazione Hunters – così chiamata dal nome di via dei Cacciatori di Nichelino, dove risiedono alcuni degli arrestati e dove si concentrava lo spaccio – il sequestro preventivo di beni ammonta a un valore di oltre quattro milioni di euro. Tra gli indagati c’è Rocco Schirripa, originario di Gioiosa Jonica e residente nel torinese, a cui è stata perquisita l’abitazione. Le accuse contestate vanno dal traffico di droga all’usura, mentre i sequestri riguardano armi e ingenti quantità di droga.  Gli investigatori hanno scoperto che lo stesso Schirripa riceveva una percentuale per ogni quantità di droga venduta dal gruppo criminale. La perquisizione è avvenuta nella villa Torrazza Piemonte, dove lo scorso Aprile i Carabinieri non avevano potuto effettuare lo sgombero disposto dall’agenzia dei beni confiscati, per via dell’impedimento posto dal legale dello stesso Schirripa. Secondo gli uomini della polizia erano proprio i soldi che prendeva che servivano ad aiutare le famiglie dei clan calabresi nel Settentrione che avevano congiunti in carcere, dopo l’operazione del 2011 denominata “Minotauro.” I coinvolgimenti giudiziari dell’uomo risalgono al 1994, ma è a partire dal 1998 che Schirripa inizia a portare avanti un ricorso amministrativo conclusosi con un esito negativo dal Tar, cui è seguito l’ordine di sgomberare la villa dove proprio ieri la Polizia è tornata per la perquisizione.

Carlotta Tomaselli

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