Tradizione locale il ballo del cavalluccio viene danzato solitamente durante le feste patronali in numerosi comuni della Locride ed in particolare nei paesi dell’entroterra della Costa dei Gelsomini.

LE ORIGINI

Le origini spagnole del ballo che risale al 600, stanno nel significato del ballo, una simbolica lotta tra il bene ed il male, simile alla meglio conosciuta corrida. Il tema dominante è che il bene vinca sul male e l’uomo sulla forza bruta.
Il cavalluccio viene danzato solitamente durante le feste patronali di S.Antonio del Castello, S.Veneranda e l’Immacolata in Agosto. La tradizione che conserva ancora il fascino di una volta, si svolge infatti unicamente in occasione delle feste religiose in numerose località della Locride.

IL BALLO

Il cavalluccio indossato dal ballerino è montato da un fantoccio con la corona in testa detto regina.
La sagoma del cavalluccio è in genere costruito con canne intrecciate e rivestite da tubi contenenti polvere da sparo, Il fuochista-ballerino colloca a mo’ di rete elettrica, sullo scheletro del cavalluccio, i cilindretti di carta colorata che contengono la polvere pirica. Il pubblico è disposto a cerchio ed uno spettatore accende il sigaro del cavalluccio che si trova sulle spalle del fuochista, il destriero inizia a sputare fuoco sulla gente e i petardi scoppiano uno dopo l’altro mentre il ballerino continua la sua danza.

Questo ballo viene sempre danzato a ritmo della tarantella il ballo tradizionale calabrese. Non manca sicuramente il coraggio di chi porta a spalla il cavallo durante l’accensione è infatti molto difficile trovare ballerini che siano capaci di cimentarsi in questo particolare e antico ballo.

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